Regia di Reinhard Klooss vedi scheda film
Schianto. Un meteorite. Sul pianeta Terra. Non sopravvive nessuna forma di vita. 70 milioni di anni dopo, in prossimità dei giorni nostri, un ricercatore si addentra nella giungla africana con un desiderio: che quella roccia extraterrestre possa essere una nuova fonte energetica per il mondo sofferente. Ma quel cuore di tenebra è intoccabile: la Terra si rivolta, lui muore, insieme alla moglie, e il figlioletto rimane solo, nel paese delle creature selvagge. Lo allevano le scimmie, come scimmia. Quando gli uomini ritornano nella giungla, Tarzan difende lo stato delle cose, affronta la sua natura dimenticata, e s’innamora. Aggiornamento della storia di Tarzan delle scimmie, tra quelle che in 120 anni di cinema contano il maggior numero d’adattamenti, il film s’adegua a una realtà in cui la ricerca di energia alternativa è una necessità. E intorno a ciò costruisce didascalicamente un forum di atti e atteggiamenti che discutono del comportamento umano nei confronti delle risorse del mondo. Ricerca di una via europea all’animazione digitale, girato dallo specialista Kloos (i due Impy, Animals United), è interessante per due motivi, oltre a quello produttivo: 1) pone questioni sul realismo in un genere ontologicamente slegato dal reale (il fotorealismo, raggiunto tramite la motion capture, appare come un fastidioso eccesso); 2) si allontana, con la sua seriosità, dal paradigma Shrek e dal secondo grado ironico e metariflessivo onnipresente nell’animazione contemporanea. Interesse solo statistico. Il resto è noia.
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