Regia di Klay Hall vedi scheda film
Prodotto assolutamente minore all’interno della produzione a marchio Disney, un vero e proprio riciclo di idee trasversale al quale non manca un pizzico di passione a monte, ma poi nel racconto si utilizzano tutti i soliti schematismi, il che toglie quasi del tutto le ali alla fantasia, e sul resto si è ancora più lontani dall’eccellenza.
Dusty è un aeroplanino agricolo che sogna in grande; vuole a tutti i costi partecipare ad una gara di velocità e durata intorno al globo, ma se la tenacia non gli fa difetto ha anche due grandi limiti; soffre di vertigini e non è stato costruito per andare veloce.
Grazie anche all’aiuto degli amici, alcuni nuovi altri consolidati nel corso del tempo, riuscirà a dar filo da torcere a campioni collaudati.
Se “Cars” vantava l’effetto “sorpresa” di vedere una serie di mezzi a quattro ruote prendere vita, in questo caso si arriva già belli preparati, in più il film Pixar poteva contare su di una comicità debordante, mentre in “Planes” quest’ultima è assai più circoscritta a favore dei buoni sentimenti.
Questo comporta una morale non da scartare per significato, per cui con l’impegno si può riuscire nelle grandi imprese anche quando si è il “brutto anatroccolo” del gruppo ed aiutare il prossimo porta benefici anche a se stessi, ma è anche un po’ troppo accomodante.
Poco da dire sull’animazione, che raramente riesce a dar peso specifico alle scene in volo (salvo per le crisi di altitudine di Dusty), mentre il giro per il mondo e l’incontro tra diversi modi di pensare servono solo per riempire una trama che non ha molto altro da comunicare, motivazioni a parte del caparbio protagonista.
Ed il finale festante amplifica semplicemente quanto si intuisce, e poi capisce, in precedenza, tutto troppo liscio, senza acuti importanti, per uno spettacolo che difficilmente può interessare un pubblico uscendo dalla categoria dei più piccoli.
Si salva la passione per gli aerei del regista Klay Hall, che si può apprezzare nell’inserto del dvd che lo vede protagonista in prima persona ricordando le esperienze famigliari in materia, mentre suona allarmante la dichiarazione di John Lasseter, qui produttore, per cui da “Cars” potrebbero partire svariati cloni oltre a “Planes”, un riciclo di idee poco stimolante, ma che è facile pensare rimarrà al palo visto che il pubblico non ha abboccato in questo caso ed ancora meno col successivo “Planes 2” (2014).
Un minimo di intrattenimento è sicuramente garantito, ma non si fa un passo che sia uno oltre.
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