Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Virgil Oldman, rinomato battitore d’aste e raffinato antiquario, è un uomo di mezza età, scontroso e solitario, che ha dedicato tutta la sua esistenza al culto dell’arte, tanto da possedere una straordinaria raccolta di quadri di artisti famosi, accomunati dall’essere ritratti di soggetti femminili. Il suo rapporto con le donne infatti è di ammirazione e allo stesso tempo soggezione, tanto che non ha mai cercato di intraprendere alcuna relazione sentimentale, per un senso di inadeguatezza e superiorità, ma anche di timore reverenziale vero l’altro sesso.
Un giorno riceve la richiesta di valutare i beni di una certa Claire Ibbetson, giovane e ricca ereditiera che però rifiuta di incontrarlo personalmente, comunicando con lui solo attraverso telefonate o tramite il suo maggiordomo. Pur irritato dalla sfuggevolezza e dai continui ripensamenti della donna, Virgil decide comunque di portare a termine il suo lavoro, affascinato sia dall’abbondanza di opere artistiche custodite nella villa, tra arredamenti, quadri, arazzi, sculture, sia dal mistero che la avvolge, rendendogliela irresistibilmente attraente. Egli arriva ad idealizzarla, fino a quando non riesce finalmente ad incontrarla...
Giuseppe Tornatore, tre anni dopo l’ambizioso affresco popolare di Baaria, torna ad una dimensione più intimista firmando un intrigante e originale thriller sentimentale, impreziosito da una suadente scenografia e dall’intensa e coinvolgente prova attoriale del premio Oscar Geoffrey Rush.
Registicamente molto curato ed emotivamente suggestivo, il film vanta un cast internazionale in cui, oltre al già citato Rush, figurano la modella e attrice olandese Sylvia Hoeks che incarna la sfuggente Claire, il simpatico Jim Sturgess nei panni di un giovane restauratore di ferraglie, che diverrà confidente sentimentale del protagonista, e il grande Donald Sutherland, suo unico amico di vecchia data.
Giocando sull’asserzione del protagonista, secondo cui “ in ogni falso si nasconde sempre un elemento di verità” il regista siciliano, che è anche sceneggiatore del soggetto, racconta una insolita storia d’amore con risvolti gialli e atmosfere malinconiche e crepuscolari, che, parallelamente alla costruzione dell’automa – uno dei tanti pezzi rari posseduti dal’ereditiera – prende vita davanti agli occhi dello spettatore attraverso piccoli indizi e suggestioni, come un rompicapo che, una volta messi insieme i tasselli si rivela però meno finito di quanto sembrava ad un primo sguardo, lasciando un beffardo senso di malinconia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta