Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
La migliore offerta è l'ennesima conferma di Tornatore, uno dei pochi registi rimasti in Italia (l'unico?) a saper fare cinema 'all'americana', cioè in grande stile, dotato di ampi mezzi, di interpreti internazionali e della giusta dose di ambizione, con inoltre una trama arzigogolata e sottilmente venata di thriller. La sceneggiatura scritta dallo stesso Tornatore è al passo con la confezione, solida e piacevole (fotografia di Fabio Zamarion, montaggio di Massimo Quaglia e colonna sonora di Ennio Morricone), sebbene non manchino falle logiche e assurdità piuttosto evidenti - una su tutte: il modo in cui una ragazza, autoreclusa da 12 anni a causa di una malattia mentale, comincia a vivere normalmente di punto in bianco è semplicemente buffo, non avrebbe senso pensare che il navgato Goldman non si renda conto della sciocchezza. Ma tant'è. La trama regge nelle sue fondamenta e ciò basta a creare la tensione giusta a mantenere viva la curiosità dello spettatore per le poco più di due ore di durata della pellicola; ottimo Geoffrey Rush, nominato all'Oscar 2011 per Il discorso del re e già vincitore della statuetta per Shine nel 1996, meno incisiva l'algida Sylvia Hoeks, parti di contorno ben coperte da Jim Sturgess e Donald Sutherland. Messe di premi, praticamente raccolti tutti soltanto in Italia. 6/10.
Il direttore di una casa d'aste si innamora di una sua cliente, che vive sola e autoreclusa da anni nella villa di famiglia messa in vendita. La ragazza nasconde però più di un segreto.
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