Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Sfaccettato e complesso, l'ultimo film di Tornatore nella prima parte ruota attorno alle fobie e alla solitudine di due figure straordinarie: un battitore d'asta piuttosto attempato, nevrotico, ricchissimo, esperto e talentuoso venditore d'arte, e una ragazza misteriosa, in esilio dal mondo, rinchiusa per necessità in un'ala nascosta di un'antica villa. Grande tensione, grande curiosità per lo spettatore, il cui sguardo viene ben manovrato dal regista siciliano. Nella seconda la pellicola vira verso il thriller, complici personaggi secondari solo apparentemente di contorno. A insaporire il tutto un doppio interessante discorso parallelo: da un lato un automa da ricostruire, metafora di un rapporto da riconsiderare, sia esso tra uomo e donna, sia con il proprio io, sia con la fruizione, il possesso e il senso dell'arte; dall'altro una collezione di preziosi quadri, tasselli di un mosaico atto a figurare la figura femminile suprema, tanto agognata quanto sfuggente e irragiungibile. Finale affascinante e spietato, comunque da interpretare.
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