Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Virgil, un celebre battitore d’aste. Billy, un pittore di scarso talento. Claire, una ragazza fragile affetta da agorafobia. Robert un giovane appassionato di congegni meccanici.
La migliore offerta è costruita intorno a questi quattro personaggi, una storia semplice dove lo scenario è il mondo dell’arte e dell’antiquariato, in cui, da subito, non tutto è quel che sembra.
Perché il rigore e la misura di Virgil, celano la truffa. Billy è il complice che gli ha permesso di collezionare una pinacoteca di sguardi femminili. Virgil contempla le donne su tela e rifugge il contatto con quelle in carne e ossa. I guanti, che sempre indossa, lo preservano dai contatti col mondo. E, paradossalmente, il solo universo in cui vorrebbe penetrare Virgil è quello di Claire, che parla con lui dietro una porta chiusa. Robert aiuta Virgil a trovare il meccanismo per aprire la porta di Claire.
Nel momento in cui la porta si spalanca, Virgil toglie i guanti e il suo mondo si sgretola. Una nana autistica, che ripete ossessivamente serie numeriche, restituirà a Virgil la verità.
La migliore offerta è un film elegante, giocato sulle atmosfere e sulle psicologie, che sfiora i temi del falso e del vero, ammicca a disquisizioni su arte, asetticità e passione. Ma soprattutto è un film che ammanta lo spettatore in un meccanismo a orologeria, dove gli ingranaggi, pur stridendo tra loro, lasciano scorrere la pellicola in un gioco di luci e ombre.
I titoli di coda scorrono, l’asta è battuta, la migliore offerta è andata.
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