Regia di Michel Gondry vedi scheda film
“Mood Indigo”, pur lontano qualitativamente da “Eternal Sunshine” e da “L’arte del sogno”, è un irrefrenabile atto d’amore e di cinema.
E’ Boris Vian , Duke Ellington, Charlie Chaplin.
E’ un cartone animato dell’esistenzialismo.
E’ l’eterna magia di Parigi e la distopia di una società ultra-meccanizzata.
E’ il frizzante dello champagne, le note calde del jazz, l’effimero delle bolle di sapone, l’artigianato ipertecnologico di macchine volanti travestite da nuvole.
Sono le scarpe che vanno per conto loro, sono i balli che non riusciremo mai ad imparare, ed i mille appuntamenti in cui ci siamo sentiti irrimediabilmente sbagliati.
E’ la magia dell’amore che ficca il mondo dentro un caleidoscopio.
E’la felicità di perdersi che sottrae ai corpi la forza di gravità.
E’ la razionalità del reale frantumata dall’irrompere di un sogno.
E’ l’arma a doppio taglio, se il destino, o semplicemente il quotidiano, si mettono di traverso.
E’ tutta la percezione del mondo che muta, è l’infelicità che si spande all’intorno, e degrada il mondo in rovine, e lo scolora sino ad uno spento bianco e nero.
E’ un fiore assassino.
E’ il lieto fine ucciso da un fucile difettoso.
E’ un finale di struggente poesia.
Sono i primordi del cinema, l’abc dell’effetto speciale di ogni storia d’amore, il bricolage della vita, ed istantanee montate assieme per dare l’idea del movimento.
E’ un irrefrenabile atto d’amore e di cinema, nonostante tutto.
Perché non basterebbe la sapienza di Jean Sol Partre, o tutte le macchine da scrivere di Parigi, per raccontarci quanto sia meraviglioso, irresponsabile, ed assolutamente indispensabile sentirsi così
“insieme disperati ed orribilmente felici”
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta