Regia di Federico Rizzo vedi scheda film
Quasi come il Mafioso di Sordi nel classico di Lattuada, anche questo ragioniere milanese col bel volto di Lorenzo Flaherty, divo della fiction, si trasferisce al sud per mettersi al servizio della criminalità. Nome in codice, Angelo Bianco. Il debito da restituire sono un mucchio di soldi chiesti alla persona sbagliata e persi al gioco. Va da sé che, tra il dire e il fare, per lui c’è di mezzo un mare di guai, pupe e gangster, capibastone viscidi e viziosi e naturalmente narcotrafficanti col mitra, la jeep e la parlata latina. L’uomo qualunque dall’eccezionale sangue freddo non sbaglierà una mossa, senza sporcarsi le mani e solo un po’ la coscienza. Muovendosi più dalle parti del crime americano fumettaro che da quelle del mafia movie nostrano, una pistolettata dopo l’altra ma senza bagni di sangue, il racconto si snoda in mezzo mondo, dalla Florida alla Colombia alla Tunisia, passando per i Balcani, sfruttando le location di Puglia e Basilicata e un diluvio di didascalie. Il risultato è volutamente eccessivo e caricaturale, senza preoccuparsi della credibilità, col taglio rapido del videoclip e le abbuffate di split screen. E il cast ci mette del suo, a cominciare da Ernesto Mahieux in strepitoso caschetto biondo alla Carmen Villani e zoccoletti in legno da samurai; il guappo Ciro Petrone memore di Gomorra e l’imprescindibile Tony Sperandeo, boss da prima serata. C’è anche Francesca Testasecca, ex Miss Italia, adesso ballerina da Milly Carlucci il sabato sera.
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