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Ci vediamo domani

Regia di Andrea Zaccariello vedi scheda film

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La recensione su Ci vediamo domani

di supadany
4 stelle

Presupposti di una certa valenza non portano automaticamente a buoni risultati, così questa storia, che si muove in territori meno battuti, ovvero quelli di una commedia che faccia riflettere e che possieda sfumature anche (leggermente) macabre, con un comico, Enrico Brignano, che cerca di conquistare un’immagine diversa di se stesso, finisce per naufragare a braccetto con le sue stesse intenzioni.

La vita dice male a Marcello Santilli (Enrico Brignano), da tempo sua moglie (Francesca Inaudi) l’ha lasciato e gli affari vanno sempre peggio con debiti che si accumulano ed un’ente creditizio sempre meno disposto ad aspettare.

La sua ultima idea è quella di aprire un’attività di pompe funebri in un paesino ricolmo di anziani, ma se l’età media è così alta, un motivo c’è e per Marcello andrà sempre peggio, ma dall’amicizia con la gente del posto c’è sempre la possibilità di imparare qualcosa.

 

 

Fa sempre piacere quando un film italiano prova la strada di una commedia con un spettro di argomenti che non si limita a cercare di far ridere, purtroppo, in questo caso, e non è certo l’unico, è tutto per lo più abbozzato e da una manciata di idee basilari con un discreto potenziale si finisce con l’inciampare ripetutamente, a volte su cose banali, altre, ed è ancora peggio, quando si cerca (disperatamente), quel colpo d’ala che dia un pizzico di nobiltà.

Pecche che nascono soprattutto dalla sceneggiatura, che fa fatica a trovare battute pronte, si ride realmente poco, e che s’incespica (quasi) ogni volta che cambia registro comunicativo.

Così le idee portanti, quali la crisi economica e degli affetti ed un piccolo centro fuori dal tempo, non vengono sfruttate a dovere e soprattutto il finale offre soluzioni improponibili che rendono il tutto ancora più vacuo.

Poi certo si può apprezzare l’impegno, del regista Andrea Zaccariello, vedasi ad esempio l’ultimo fotogramma, e di Enrico Brignano che cerca una svolta più matura che però non trova assolutamente riscontro, un po’ per colpe superiori alla sua volontà, un po’ perché appare più volte un corpo estraneo alla situazione.

In più, si fatica anche a capire la necessità di annoverare tra le proprie fila un nome come quello di Burt Young, mentre Francesca Inaudi, che campeggia sulla locandina, è praticamente relegata ad un numero di apparizioni che si contano sulle dita di una mano (monca).

Un film che ci prova, ma che però fallisce su buona parte della linea, interessanti rimangono le intenzioni, purtroppo affogate in una serie di difetti difficili da mandare giù a cuor leggero.

Confuso (e quando non è così è pure peggio).

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