Regia di Maria Sole Tognazzi vedi scheda film
Irene (Buy) viaggia sola. Fa l'ospite inatteso negli alberghi a cinque stelle di tutto il mondo, riempie questionari e se solo alla reception non vieni guardato negli occhi rischi di perdere una stelletta. Da più di 15 anni frequenta Andrea (Accorsi), che gestisce un'attività di prodotti biologici nella quale crede davvero. Andrea è il suo porto sicuro, la persona con cui andare al cinema e condividere una cena per cuori solitari. Da anni. Fino a quando nella vita di Andrea non entra Fabiana (Barela) che alla prima distrazione rimane incinta. Sotto lo sguardo preoccupato di una sorella tradizionalista e svampita, (Sacchi), orchestrale che come il marito (Tognazzi) guadagna quanto un operaio, Irene teme che l'incidente di Andrea possa portarle via l'architrave della sua esistenza nomade, condotta con sicura e dignitosa convinzione. Sarà necessaria una svolta?
Al suo quarto lungometraggio, dopo il documentario con cui ha ritratto il padre Ugo, Maria Sole Tognazzi riprende i temi che sembrano starle più a cuore: i dilemmi delle relazioni amorose. E lo fa firmando il suo film migliore, un'opera che, nonostante qualche sbavatura (la scelta di un'attrice mediocre come Fabrizia Sacchi, che in molte scene deve recitare con una Buy che giganteggia come al solito, qualche traccia buttata nella sceneggiatura e abbandonata), riesce a dire cose non banali soprattutto sul tema della dialettica tra una società ipersessualizzata e la perdita dell'intimità, epitomizzata nella scena chiave dell'incontro tra la Buy e un'antropologa (Manville) nella SPA di un grande albergo.
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