Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
L'ultimo film di Robert Zemeckis, il primo con attori in carne ed ossa a distanza di dodici anni da Cast Away, è uno strano ibrido. Un disaster movie sul filone Airplane nella spettacolare prima parte, un dramma privato di un alcolizzato nella seconda, un quasi legal thriller nell'ultima. Su tutti i fronti più che discreto, si impone per la buona prova di Denzel Washington che dà volto e corpo al pilota protagonista (ben doppiato da Pannofino), eroe per caso, avvezzo all'uso di sostanze stupefacenti, dipendente da birra e superalcolici. Sul suo percorso incontriamo una tossicodipendente in fase di redenzione dal cuore sincero, avvocati, colleghi, assicuratori, compagnie aeree, spacciatori, ex mogli, figli e l'ombra costante dei media e dell'opinione pubblica. Ci sono i sopravvissuti della sciagura aerea e la memoria di chi invece non ce l'ha fatta, da rispettare e onorare. Si segue con attenzione questo Flight, e in un paio di momenti si vede la mano felice di un regista che ci sa pur sempre fare con la MDP, in particolar modo nella sequenza della caduta dell'aereo e soprattutto nella diabolica scena dell'albergo la notte prima del giudizio. Nella mano che sbuca repentina sullo schermo ad afferrar la vodka c'è tutta la tragedia dell'alcolismo.
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