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Flight

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Flight

di ROTOTOM
4 stelle

Ma è lo stesso Zemeckis di Forrest Gump? Chi ha incastrato Roger Rabbit? Lo stesso di Ritorno al FuturoCast Away al limite? E che dire di Contact? Dopo un decennio  di sperimentazioni in motion capture, uno dei registi più talentuosi e visionari torna a dirigere un film con attori in carne ed ossa in una parabola di peccato e espiazione che vede al centro della storia un pilota di aerei di linea alle prese con un grosso problema di dipendenza all’alcool.



Il Comandante Whip Whitaker (Denzel Washington), si trova in un brutto guaio una mattina in cui prende il volo con il suo aereo, un po’ fatto, ubriaco, durante una tempesta. Durante il fortunale il ragazzone dimostra sangue freddo. Poi nel bel mezzo del volo in surplace l’aereo decide di non funzionare più e picchia verso terra. Con una manovra da playstation il Comandante gira l’aereo in volo rovesciato fino a una radura, raddrizza il mezzo e plana salvando quasi tutti i passeggeri. Solo sei morti per un incidente aereo significa diventare eroi. Peccato solo per i risultati dei test sul sangue del Comandante da parte della commissione d’inchiesta che lo inchioderanno alle proprie responsabilità.
L’incontro con una ragazza tossica, Nicole (Kelly Reilly) cambierà il corso della sua vita.  Prima parte , 30 minuti di adrenalina pura, girata benissimo. L’incidente aereo è filmato in un realismo veramente coinvolgente. Poi lo stallo.



Flight, usando una metafora un po’ telefonata, è un film che rolla bene sulla pista, tenta il decollo in una storia personale di demoni interiori e drammi personali ma poi non riesce a librarsi in aria e si schianta nella convenzione un po’ retorica della redenzione con punizione.
Il nostro denzellone , plantigrado recitativo , ammiccante e sempre alla soglia dell’overacting anche quando è immobile, ci sta dentro alla grande in tutto ciò che è  retorico. Infatti domina la scena in lungo e in largo marchiando a fuoco ogni fotogramma con la programmatica prevedibilità da scafato mestierante.
Quello che manca è la decisione nel dirigere una storia slabbrata in una sceneggiatura  proprio bruttina (di  John Gatins, vecchia di oltre 10 anni), ulteriormente affossata dal  sonno di Zemeckis che sembra essere rimasto vittima lui, in un cortocircuito narrativo che avrebbe fatto godere Truffaut, dell’incidente aereo.



Dopo lo schianto è il pilota automatico (che metafora, che verve!) a gestire la scena, regia  soufflé, carezzevole e invisibile per un one man band che scimmiotta e cade, rutta e beve. Candidato agli Oscar, e questo è un mistero da risolvere consultando la scatola nera della produzione.

Flight risulta fastidioso nell’incedere per la somma di banalità che spingono la narrazione sulla rotta della convenzione. Personaggi buttati un po’ lì , scritti abbastanza male e poco approfonditi reagiscono meccanicamente alle esigenze di sceneggiatura (Don Cheadle sprecatissimo) quando non addirittura improbabili nella caratterizzazione ( John Goodman macchietta è irricevibile).
Su tutti spicca Denzel Washington con tutto il suo campionario di mossette, faccette e ammiccamenti, attore perfetto per interpretare un film fortemente convenzionale e dai meccanismi narrativi prevedibili ma con l’allure del film dal significato profondo, dal piglio autoriale.  



L’incidente aereo è metafora della fine del baratro, l’uomo ripreso nella sua solitudine che decide di risalire dal fondo melmoso della propria vita pagando le conseguenze delle proprie scelte. Compare Dio a corollario di una confusa crisi religiosa del Comandante Whitaker, la cui conversione al lato luminoso della vita è pretestuosa e banale. Peccato mortale : non nominare il Nome di Dio invano.



Flight non è un buon film. Adagiato sullo stile del classico hollywoodiano, si abbandona ai cliché del melò senza alcuna rielaborazione trasformando la storia d’amore con la tossica redenta in paccottiglia sentimentale. 
Senza pathos affronta il tema dei demoni interiori e della dipendenza all’alcool con una sfacciataggine ricattatoria senza pudore, punta allo stemperare il dramma con manierismi da commedia, tenta di stravincere sul lato della redenzione con l’ auto-sputtanamento finale ad uso catartico.  Flight è un film che non affonda il colpo in nessuna direzione, preferendo stare sulla superficie delle cose tentando di piacere a tutti. Anche questo è peccato mortale.
Forse il peggior film di Robert Zemeckis

 

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