Regia di Roy William Neill vedi scheda film
Sherlock Holmes e il Dottor Watson indagano su delle misteriose morti in un oscuro maniero vittoriano, abitato solo dai sette soci di un club privato.
Holmes viene a sapere che i sette sono (o erano) tutti scapoli e senza alcun parente in vita, per cui avevano deciso qualche anno prima di stipulare ciascuno una polizza sulla vita che, in caso di morte, avrebbe trovato come beneficiari gli altri membri del club.
Che uno dei soci voglia eliminare gli altri uno ad uno per poi godersi da solo tutto il malloppo?
Originariamente pianificato con il decisamente migliore titolo di The Murder Club, The House of Fear è un capitolo (esattamente il decimo) molto solido della serie su Sherlock Holmes della Universal con Basil Rathbone & Nigel Bruce, nuovamente affiancati (o intralciati?) dall’Ispet. Lestrade di Dennis Hoey, per un mistery crime molto serrato e ben costruito, e un buon cast di supporto per una ambientazione alla Cluedo che significa quindi molti indiziati ma anche un sacco di false piste.
Ci sono anche diversi omicidi, tutti piuttosto macabri anche se mai veramente mostrati (e c'è un perchè), mentre la maggior parte del film, anche per motivi di budget, si svolge in una grande casa gotica a strapiombo su una scogliera che contribuisce non poco a creare una certa atmosfera.
Basato su una delle storie più strane del canone di Holmes, un racconto del 1891 di Sir Arthur Conan Doyle intitolato The Five Orange Pips (5 semi d'arancio), nel quale Holmes si ritrova, per una volta, a non riuscire a salvare l'uomo che si rivolge a lui per chiedere aiuto mentre persino i suoi tentativi di assicurare alla giustizia gli assassini vengono sventati quando la loro nave naufraga durante una tempesta, ma il racconto viene ricordato soprattutto in quanto i suoi nemici sono nientemeno che il Ku Klux Klan, all’epoca ormai quasi dimenticati e, quindi, facilmente sfruttabili per usarli come i cattivi del suo racconto.
La trama in realtà non ha quasi nulla a che fare con la storia originale, censurando completamente la parte riguardante il Klan, e intersecando i delitti in un gioco ad eliminazione che trae ovviamente ispirazione dai Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, romanzo pubblicato appena l’anno precedente, e conseguente eliminazione delle numerose figure in scena, come anche dei falsi indizi, fino alla risoluzione finale, abbastanza originale per quanto, a un certo punto, piuttosto ipotizzabile.
“Questo è un caso davvero unico. Invece di essere troppo pochi, abbiamo troppi indizi e troppi sospettati. Lo schema del puzzle sembra formarsi ma i pezzi non si incastrano”
È comunque l’ambientazione il punto di forza del film con la cupa dimora scozzese dai toni gotici che ci allontana dai soliti anni’40 per riavvicinarci, per una volta, a quelli dei romanzi originali per uno dei migliori episodi dell’Holmes interpretato da Rathbone proprio perché pregno degli elementi ed atmosfere tipiche del giallo classico, anche se la confezione patisce un budget risicato, soprattutto nelle pochissime riprese in esterno.
La vicenda è particolarmente complicata e riserva inaspettati colpi di scena ma si riesce comunque a seguire con una certa facilità grazie ad una sceneggiatura, lineare ma agile, di Roy Chanslor, autore anche di due western diventati oggetto di culto (Johnny Guitar e Cat Ballou) oltre ad aver contribuito, con il suo background giornalistico, a stabilire il tropo da inchiesta con le sue sceneggiature negli anni '30.
Il montaggio è di Saul A. Goodkind, la fotografia di Virgil Miller mentre le scenografie sono di John B. Goodman & Eugène Lourié.
Buona la prova del cast, arricchito dai soliti, rodati caratteristi degli Irregolari di Baker Street, tra cui figurano Paul Cavanagh (già in L’Artiglio Scarlatto e apparso successivamente in La donna in verde), Holmes Herbert (che ha recitato in Le Avventure di Sherlock Holmes, Sherlock Holmes e l'arma segreta, Sherlock Holmes a Washington e La perla della morte) e Gavin Muir (Sherlock Holmes e la voce del terrore, Sherlock Holmes a Washington e Sherlock Holmes di fronte alla morte) a cui si aggiungono Aubrey Mather, Harry Cording, Sally Shepherd, Florette Hillier e David Clyde.
VOTO: 6,5
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