Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film
Uno spacciatore hippy e un leghista-secessionista che sfrutta il lavoro degli immigrati finiscono in carcere, dove incontrano un politico sessuomane corrotto e ricchissimo; il Berlusconi della situazione non solo uscirà molto presto, ma trascinerà con sè a Roma anche gli altri due.
Il sequel di Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011) non ha in realtà granchè a che fare con esso; Tutto tutto niente niente abbandona il tono satirico per abbracciare quello della parodia, si allontana dalla critica della realtà per rifarsi a una comicità smaccatamente surreale, con quanto ne consegue in termini di messaggio, di morale, di credibilità dell'opera. Nulla di male in tutto ciò, naturalmente, ma non si può non prendere atto delle ridimensionate mire degli autori; la sceneggiatura firmata da Antonio Albanese e dal suo autore Piero Guerrera infatti non affonda mai davvero il colpo, preferendo mantenersi su toni barzellettistici, proponendo sketch, più o meno divertenti che possano risultare, senza una denuncia più precisa o mirata rispetto al consueto, bagaglinistico tono farsesco-indignato dal magna magna dei politici nostrani. Nel cast compaiono anche Luigi Maria Burruano, Lunetta Savino, Lorenza Indovina e, in parti minori, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Villaggio (assente da tre anni dal grande schermo), Vito e Bob Messini. Oltre a tutto ciò, non si dimentichi che i tre personaggi interpretati qui da Albanese, pur bravo, sono ormai stanche ripetizioni (Frengo e stop nasce in tv, a Mai dire gol, metà degli anni Novanta). 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta