Regia di Mark Steven Johnson vedi scheda film
Due (ex) grandi attori da tempo in declino (Robert De Niro e John Travolta), un regista, Mark Steven Johnson, che ancora una giusta non l’ha combinata (e “Daredevil” è uno dei cinecomics meno apprezzati di sempre), ma anche uno script pre-esistente molto conteso.
Segnali contradditori all’origine, purtroppo hanno avuto la meglio quelli che facevano temere per il peggio.
Sono passati anni dalla guerra in Bosnia, ma l’ex soldato americano Benjamin Ford (Robert De Niro) vive ancora ai margini della società con le sue ferite a ricordargli il passato.
Un giorno, incontra un turista slavo di nome Emil Kovac (John Travolta), i rapporti tra i due son fin da subito amichevoli, ma anche destinati a cambiare drasticamente.
Infatti Emil è alla ricerca di vendetta per quanto subito da Benjamin nell’ex Jugoslavia.
Molti dubbi pervadono la visione di “Killing season”, primo fra tutti è un mistero come la sceneggiatura di Evan Daugherty possa essere finita nella “Black list” di Hollywood e quindi ritenuta importante.
In realtà, sarà anche colpa del manico (Mark Steven Johnson non è un regista abituato a lavorare di fino), i problemi sono molteplici; la debolezza dell’impianto drammaturgico è evidente, prima mezz'ora a parte, con ripetuti problemi nelle unità di tempo e luogo e capovolgimenti continui nei rapporti di forza tra i due contendenti che finiscono con l’essere quasi sempre discutibili qualora non semplicemente risibili.
Così che, i due dalla coltre tosta e pedigree combattivo, sono “stranamente” parecchio lacunosi nelle loro azioni.
A riequilibrare, ma solo in parte, i conti, ecco un background residuale forte, con le classiche considerazioni sui traumi da guerra, su come possano cambiare le persone, con Benjamin ed Emil che in situazioni normali potrebbero essere grandi amici, ma per loro il destino ha scelto tutt’altro.
E con troppi disequilibri, l’impatto di Robert De Niro e John Travolta non può che essere limitato; il primo sembra un “Rambo” troppo invecchiato (il copione accentua maldestramente questo aspetto), il secondo è apprezzabile per l’accento slavo acquisito (versione originale consigliata).
Quanto detto, compone un film con tantissimi difetti e poche qualità; sicuramente è molto deciso nelle strade da prendere, purtroppo, in più circostanze, queste portano a sbattere contro un muro.
Sprovveduto.
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