Regia di Steno vedi scheda film
La fantasia popolare nasce dai sogni infranti, ed assume subito la veste ruspante di una truffa malamente travestita da poesia. Per questo si accompagna bene all’idea della paccottiglia, del finto oro che luccica ed attira, e poi subito delude. L’inganno di Filumena Cangiullo, alias Lady Eva Bolasky (di madre polacca), sapientemente somministrato ai lettori della sua rubrica per cuori solitari, rimane un innocuo un placebo fintanto che i poveri malcapitati non decidono di mettere in pratica i suoi consigli: le chimere, precipitando al suolo, diventano allora portatrici di assurdità e fonti di nuovi guai. L’anima del romanzo non può sopravvivere, nell’aria spessa della periferia urbana, impastata dei tanti piccoli, pesanti granuli di concretezza di cui è fatta la vita della gente semplice. Il tentativo del volo impossibile innesca una serie di inciampi a catena, in cui tutto va rigorosamente storto, procedendo a spron battuto verso un irrimediabile garbuglio. Del resto l’invenzione di sana pianta e l’improvvisazione sfacciata, innestate sulla banalità, sono il principio fondante della commedia dell’arte, che crea i personaggi per poi subito distruggerli, travolgendoli col turbine del ridicolo e del paradosso. La regia di Steno, in questo film, sembra proprio ispirarsi a quel tipo di teatro convulso e a buon mercato, tipico di tutte le situazioni in cui gli uomini si mettono maldestramente a cimentarsi con desideri tanto più grandi di loro, rivolti ad oggetti di cui non conoscono le esatte proporzioni. I personaggi di questa storia non sono presenti a loro stessi, ed affogano nelle loro stesse menzogne e finzioni, che sono palesemente incompatibili con la loro età, il loro aspetto fisico, le loro condizioni economiche e, in generale, con il loro effettivo ruolo nel mondo. La recitazione sopra le righe, i dialoghi farseschi, i caratteri caricaturali fanno tutti parte di questa messinscena nella quale, al posto degli individui veri, compaiono le loro ombre sovradimensionate, e per questo comicamente mostruose. Piccola posta interpreta lo spirito del cinema italiano verace nella sua essenza più pura, costituita da quel riso amaro in cui l’adesione alla realtà si manifesta parlando argutamente per imbrogli, e l’arte si esprime attraverso i colori accesi e le stridenti sonorità della macchietta.
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