Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Un trapezista prende sotto la sua ala protettiva l’ultima arrivata della compagnia circense, facendo però ingelosire in questo modo la sua ex fiamma, anche lei artista di quel circo. Il triangolo genera tensioni sempre maggiori, fino a sfiorare la tragedia quando l’acrobata cade sbagliando un numero.
Una fra le tante pellicole girate in periodo bellico da Carlo Ludovico Bragaglia è questa La forza bruta, la cui peculiarità è l’ambientazione nel mondo dei circensi. Trattasi a ogni modo del classico melodrammone dal quale, senza scampo, tutti i personaggi escono sconfitti, chi moralmente e chi fisicamente; la base di partenza è un testo teatrale dello spagnolo Jacinto Benavente, trasformato in sceneggiatura da un folto team composto dal regista, da Maria Teresa Ricci, Roberto De Ribon, Ivo Perilli, Akos Tolnay ed Ezio D’Errico. Non un’opera particolarmente ardita nella messa in scena e nella narrazione, anzi piuttosto lineare nel raccontare del classico triangolo amoroso capace di generare solamente guai, sfiorando perfino la tragedia; siamo insomma in tutt’altra dimensione rispetto alla Strada che Fellini dirigerà una decina di anni più tardi, per quanto con simili argomenti in campo, ma dalla lettura ben più complessa. La forza bruta rimane comunque una visione assolutamente apprezzabile, con un buon cast che vede in scena il fascinoso Rossano Brazzi, il robusto Juan De Landa, le bellezze Germana Paolieri e Maria Mercader e ancora Ugo Sasso, Pina Renzi ed Ernesto Calindri. Per Bragaglia un lavoro poco impegnativo, ma svolto con buon mestiere. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta