Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Neil (Ben Affleck) conosce a Parigi la bellissima Marina (Olga Kurylenko), giovane madre, abbandonata dal marito, che vive con la figlia Tatiana (Tatiana Chiline), e i due si innamorano subito, fanno qualche viaggio in Francia (tra gli altri, a Mont Saint-Michel, la meraviglia a cui il titolo si riferisce) e poi si trasferiscono tutti negli USA, in Oklahoma, dove l'uomo si occupa di rilevamenti dell'inquinamento dell'ambiente. In America, la donna frequenta la chiesa il cui parroco è padre Quintana (Javier Bardem), mentre Neil rivede una ragazza che aveva conosciuto in gioventù, Jane (Rachel McAdams). La relazione tra Neil e Marina, però, va presto in crisi e lei e la figlia, sulla spinta anche di quest'ultima, che non si è ambientata nel nuovo posto, tornano in Francia.
'To the Wonder' è il sesto film di Terrence Malick che - piuttosto a sorpresa, date le sue notorie 'pause di riflessione' tra un film e l'altro - esce ad un solo anno di distanza dal precedente 'The Tree of Life': 'Alla meraviglia', traduzione alla lettera, riferita, non come molti penseranno a Olga Kurylenko, ma come detto poc'anzi al Mont Saint-Michel, dove è ambientata una delle tipiche sequenze malickiane, con l'uomo immerso nella natura selvaggia ed incontaminata, a contatto in particolare con l'elemento privilegiato dall'autore ossia l'acqua, può essere visto, come anche alcuni critici hanno affermato, come un ideale seguito di 'The Tree of Life', poiché soggetto e sceneggiatura, entrambe a dir poco scarne ed essenziali, analizzano gli alti e bassi di una storia d'amore, nonché il rapporto dell'individuo con la natura e l'assoluto.
Lo stile del cineasta, conoscibile come pochi altri, prosegue imperterrito nel suo percorso di ricerca iniziato circa quarant'anni prima ('La rabbia giovane' è del 1973), fatto di scene dove la mdp, quasi sempre in movimento, incessantemente segue o anticipa i suoi attori che camminano, corrono o semplicemente si muovono all'aria aperta, li scruta da vicino, gira loro attorno, li inquadra da angolazioni ardite, usa musiche solenni ed un montaggio, se così si può definire, 'libero', in cui spesso si capisce solo dopo un po' che la tal scena è cominciata, se è posta in un arco temporale consequenziale, oppure ci sono state delle ellissi nel tempo o nello spazio. Altro elemento cardine del suo cinema è l'utilizzo, che crea un certo spaesamento, delle voci fuori campo, quasi mai in sincronia con quanto si sta vedendo.
La combinazione di questi elementi fa si che 'To the Wonder', più che una semplice storia narrata, rarefatta e prosciugata al massimo, diventi un'apologia del binomio tra l'individuo e la natura circostante (non sempre purtroppo incontaminata, come si osserva dal lavoro svolto da Neil, che tocca con mano gli effetti nefasti dell'inquinamento), sullo sfondo della componente mistica, rappresentata dal personaggio interpretato da Javier Bardem, sacerdote dubbioso ed in crisi.
Non tutto funziona - ad esempio l'amica di Marina, pur se interpretata con slancio e passione da Romina Mondello, è, con le sue frasi campate per aria, del tipo ''Sono l'esperimento di me stessa'', un personaggio irritante e pressoché inutile - e chi è fautore di film fatti con sceneggiature di ferro rimarrà certamente deluso, ma se si entra nello stato d'animo giusto e si segue il flusso ininterrotto di immagini, 'To the Wonder', spogliato dai deliri New Age di cui soffriva 'The Tree of Life', è un'esperienza cinematografica notevole e di indubbio fascino.
Strepitosa la fotografia di Emmanuel 'El Chivo' Lubezki, cha cattura più volte la cosiddetta 'ora magica'.
Voto: 7/8 (visto in v.o.s. e doppiata).
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