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To the Wonder

Regia di Terrence Malick vedi scheda film

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La recensione su To the Wonder

di Spaggy
4 stelle

"L'amore non è solo un sentimento. E' un dovere, un comandamento... Se lo credete morto è perché si sta trasformando in qualcosa di più elevato".

Se in The Tree of Life Terrence Malick esplorava le diversità e opposizioni tra l'amore materno e l'amore paterno, in To the Wonder prende di mira l'amore terreno tra uomo e donna e l'amore trascendentale tra l'uomo (in questo caso, un prete) e Dio. Seppur con le dovute differenze, i due tipi di amore sono descritti come qualcosa di invasivo in cui si lascia ciecamente entrare nel proprio animo un'altra entità o un'altra persona e da essa lasciarsi guidare, sperimentando sulla propria pelle tentativi ed errori, momenti di vicinanza e di lontananza. Partendo dalla "meraviglia" di Mont Saint-Michel, in cui Marina e Neil vivono l'apice del loro amore, Malick porta i suoi personaggi nella profonda provincia americana dell'Oklahoma, in una terra descritta come "calma, onesta e ricca" in cui a parte l'inquinamento delle acque da piombo e cadmio non accade nient'altro. Pascoli di cavalli e bufali, campi di grano e freddi edifici abitativi accolgono Marina e la figlia Tatiana, avuta dal primo marito. Le difficoltà di adattamento e i crescenti problemi di Neil portano la coppia ben presto allo sbando e all'analisi delle varie fasi dell'amore, trascindando con loro l'intera pellicola.

Innanzitutto, un dubbio assale sul lavoro di Malick: sicuro che non se la stia ridendo da qualche parte per averci tutti quanti preso in giro? La prima impressione è che siano stati riciclati gli scarti di The Tree of Life e montati appositamente per creare una storia parallela. La destrutturazione della narrazione porta a un livello zero, in cui trama, personaggi e dialoghi vengono annullati per lasciare spazio alle musiche, debordanti ed eccessive, e alle immagini di straordinaria bellezza dei paesaggi naturali. To the Wonder si riduce ad essere una mera opera sperimentale fine a se stessa e talmente ambiziosa da risultare innocua e inopportuna. Allo spettatore viene chiesto di ricostruire il film passaggio dopo passaggio, di crearsi un personale percorso interpretativo oltre che descrittivo: senza sinossi, senza elementi esplicativi e senza guida, è quasi impossibile risalire alla psicologia dei personaggi, ai lineamenti dei loro caratteri e alle radici dei loro pensieri.

Costruito intorno ai pensieri ad alta voce del personaggio di Marina e di padre Quintana (tranquilli i puristi, il prete non verrà mai indotto in tentazione carnale), To the Wonder filosofeggia a vuoto, introduce frammenti di immagini che non trovano risposte al di là delle metaforiche evocazioni.
Imbarazzanti e banali gli intermezzi riflessivi: "L'uomo che commette un errore può pentirsi", "Risvegliate l'amore divino che dorme dentro l'uomo e la donna", "Dove siamo quando ci siamo? Qual è la verità? Quella che abbiamo lassù o quaggiù?", "La vita è un sogno... e nei sogni è difficile sbagliare: puoi essere quello che vuoi", "Le persone deboli non portano a termine nulla".
I personaggi di contorno entrano in scena per pochi minuti ed escono come per magia senza fornire nessun dettaglio su chi siano o da dove provengano, che tipo di legame abbiano con i protagonisti e quale sia la loro funzione narrativa.
Girato in quattro lingue differenti (francese per la Kurylenko, spagnolo per Bardem, inglese per la McAdams e un quasi muto Affleck e italiano per la Mondello), To the Wonder non riesce mai a staccarsi di dosso l'etichetta di opera troppo autoreferenziale e legata ai virtuosismi delle immagini (sequenze di danza sono ad esempio inserite a casaccio nella sceneggiatura mentre le riprese acquatiche hanno una valenza troppo semplicistica) per cercare di darle una ragione cinematografica. Puro divertissment per il regista, pura tortura per lo spettatore.

Già stracult la Mondello che presa da raptus di ribellione esclama "Io sono l'esperimento di me stessa" e il lungo monologo finale di Javier Bardem:
"Cristo accompagnami.
Cristo avanti a me, Cristo dietro a me.
Cristo sotto di me, Cristo sopra di me.
Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra.
Cristo nel mio cuore.
Cristo, assetati. Cristo, abbiamo sete.
Inonda le nostre vite con il tuo spirito così completamente che siano il riflesso della tua.
Splendi attraverso noi.
Mostraci come cercarti.
Siamo fatti per vederti."

Incomprensibile.

Voto: 4

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