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Mala, amore e morte

Regia di Tiziano Longo vedi scheda film

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La recensione su Mala, amore e morte

di luposolitario
4 stelle

"Misterioso film di Tiziano Longo" scriveva Marco Giusti nella prima edizione del suo Dizionario dei film italiani STRACULT.
Successivamente trovò la luce in dvd per CineKult... e sarebbe stato meglio se fosse rimasto nell'oblio.
O almeno che ci avvisassero in copertina: "Distribuito a solo scopo filologico".
Invece no, scrivono sul retro: "Una ricercatzza del cinema bis, finalmente recuperata nella sua versione integrale. Il giallo e l'erotismo vanno a braccetto sullo sfondo di un delitto inspiegabile...".
Tralasciando il fatto che il sottoscritto non afferra il senso sia di "ricercatzza" che di "finalmente", il delitto è effettivamente inspiegabile. O meglio, questo è uno di quei casi in cui è chiaro fin da subito che l'assassino sia il regista e ci si domanda "Perché?". Complici anche gli sceneggiatori che hanno tirato fuori una trama priva di senso. Non spoilero, ma la logica del finale mi sfugge.

Sulla colonna sonora

Allegra e spensierata anche nei momenti di suspense o azione.

Cosa cambierei

Cambierei film.

Su Tiziano Longo

Longo non riesce a stare dietro né ai tempi del giallo né a quelli della commedia. Il budget non lo giustifica e Hitchcock non gli ha insegnato nulla.

Su Femi Benussi

Dispiace vedere la Benussi costretta a mostrare (come tutte le altre donne del film, ad eccezione dell'anziana) una tetta o una natica anche quando non c'entra assolutamente nulla.
Interpreta l'ennesimo personaggio femminile passivo del cinema di quegli anni. Si lascia andare tra le braccia di Macchia con frasi tipo "Ti desidero, ti ho sempre desiderato" ed è già tanto che non venga schiaffeggiata per placare una crisi isterica (cliché d'altri tempi).

Su Gianni Macchia

Macchia sembra, per l'appunto, una macchietta di Cary Grant. Gira per metà film con la camicetta sbottonata e per l'altra in mutande. Ma il suo pallore mette molta tristezza.

Su Gigi Ballista

Ballista fa giusto una comparsata all'inizio, tanto che alla fine ci si dimentica che c'era anche lui.

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