Trama
Nella periferia romana, Marco (Filippo Scicchitano) è al suo primo giorno di lavoro come autista dell'onorevole Balestra. Ha appena ricevuto il compito di recarsi a prelevare Gina (Giulia Valentini), una ragazza alla ricerca del successo come attrice. Gina crede che l'appuntamento con il politico possa consentire alla sua carriera di decollare ma il viaggio sull'auto condotta dall'invadente Marco sembra interminabile. Diversi intoppi, ritardi e imprevisti costringono Marco e Gina a passare insieme l'intera giornata e a conoscersi, confrontando le proprie esperienze.
Approfondimento
IN CONCORSO AL FESTIVAL DI VENEZIA
Tratto dal romanzo Il cielo con un dito di Claudio Bigagli, il film porta la firma della regista Francesca Comencini (Lo spazio bianco, Mi piace lavorare - Mobbing, Carlo Giuliani, ragazzo) che ne ha scritto anche il soggetto e la sceneggiatura con Giulia Calenda (La bestia nel cuore, La donna della mia vita, Acciaio) e con la collaborazione di Davide Lantieri (I primi della lista, Dieci inverni).
Interpretato da Filippo Scicchitano, reduce dal successo personale ottenuto con Scialla! - film vincitore della sezione Controcampo Italiano della 68ª Mostra internazionale del cinema di Venezia del 2011 -, e dall'esordiente Giulia Valentini, il film vanta la fotografia di Luca Bigazzi, la scenografia di Paola Comencini e i costumi di Ursula Patzak (David di Donatello per i costumi di Noi credevamo).
In occasione della partecipazione in Concorso alla 69ª Mostra internazionale del cinema di Venezia del 2012, ecco le parole scelte dalla regista per accompagnare la sua pellicola:
«Ho voluto fare un film semplice, asciutto, apparentemente spontaneo fino a sembrare trasandato. In realtà è un film molto scritto e costruito, nel quale è stata però lasciata sempre aperta una finestra ai cambiamenti, alle persone e alla città così come si presentavano, nel qui e ora del momento in cui filmavo.
Volevo fare un film su due ragazzi che dalla periferia si avvicinano al centro. Raccontare la loro giornata con piccoli tocchi, e con una specie di tranquillità narrativa che inavvertitamente diventava sempre più serrata. Fare un film preciso e leggero. Preciso nella descrizione dei due personaggi e in quella della città. Leggero nel tono, perché la levità appartiene a Marco e Gina, alla loro età e alla loro infantile vitalità.
Un film rapido, nel suo arco narrativo - una sola giornata - e nel ritmo del racconto. Mi pareva che solo così sarei riuscita a cogliere qualcosa che con leggerezza e rapidità si è impossessato delle nostre vite e del nostro paese, rendendole pesanti e senza tempo.»
Note
Sullo sfondo scorre Roma, riflessa anche nei finestrini dell’auto, dalla periferia al centro, con i suoi rumori e le tonalità della fotografia di Luca Bigazzi che riempiono quei vuoti dell’attesa dei due giovanissimi protagonisti come era accaduto con Napoli nel bel film precedente di Francesca Comencini, Lo spazio bianco. E come in Mobbing. Mi piace lavorare, dove la cineasta fa sentire quell’accumulo di piccoli torti e nega quel desiderio di comune normalità. Soltanto l’esplicita forzatura nell’incontro tra il politico e la ragazza gli nega per un secondo la possibilità di essere una specie di Prima dell’alba italiano.
Trailer
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Commenti (1) vedi tutti
COMINCIA FRESCO MA FINISCE AMARO(tanto per cambiare)
commento di fralle