Regia di Mario Colucci vedi scheda film
Il ponte crolla nottetempo, la strada è bloccata: un gruppo di macchine si ferma presso la vicina villa. Qui vive solo il custode: la padrona è infatti morta da tempo, mettendosi strane dicerie alle sue spalle. I malcapitati, tanto per socializzare, fanno una seduta spiritica per evocare la donna defunta: ben presto cominciano a fioccare i cadaveri.
Una trama più stereotipata di così era difficile partorirla; è Mario Colucci che scrive e dirige questo thriller-che-non-fa-mai-paura, pellicola ispirata dal successo al botteghino, nei mesi precedenti, dei lavori di simile stampo (ma decisamente miglior fattura) firmati da Dario Argento, Sergio Martino, Umberto Lenzi e via dicendo. Purtroppo per Colucci, però, Qualcosa striscia nel buio è un film dall'identico mordente del suo titolo: cioè nessuno; seconda regia per lui (dopo lo spaghetti western Vendetta per vendetta, presto finito nel dimenticatoio), sarà anche l'ultima. A titolo di curiosità si può segnalare comunque una partecipazione più che speciale, in quanto unica, nel cast: il Maestro Angelo Francesco Lavagnino - che qui è anche autore della colonna sonora - riveste i panni di uno dei protagonisti. Sarà la sua sola partecipazione su un set cinematografico davanti alla macchina da presa. Fra gli altri interpreti colpiscono i nomi di Lucia Bosè e Farley Granger (l'attore viscontiano di Senso, 1954, recentemente tornato alla ribalta dopo un lungo periodo di partecipazioni televisive), ma vanno segnalati anche quelli di Giacomo Rossi Stuart, Gianni Medici e Stelvio Rosi. Un'ora e mezza alla ricerca del brivido, invano; qualche scena sanguinolenta e qualche altra vagamente erotica, che sembrano inserite apposta per ricalcare le mode del momento. 2,5/10.
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