Regia di Claudio Fragasso vedi scheda film
Claudio Fragasso, storico aiuto e co-regista di Bruno Mattei che poi si farà conoscere per alcuni polizieschi interpretati da Raul Bova, coglie l'occasione di realizzare una sceneggiatura horror della moglie (Rossella Drudi) nei ritagli di tempo garantiti dalle pause di lavorazione del film Double Target. Sfrutta così, sull'esempio di Joe D'Amato, parte del cast artistico e tecnico del film di Mattei e gira sullo stesso set, nelle Filippine (anche se si dovrebbe essere ad Haiti), un horror che poi fa uscire all'estero col titolo di Zombi IV, firmando il tutto con lo pseudonimo di Clyde Anderson. Nonostante la fretta e furia, il film presenta una certa cura nella messa in scena, negli effetti speciali e nella fotografia, il tutto assai superiore rispetto alle altre pellicole prodotte da Gaudenzi. Ciccarese, alla fotografia, gioca con le nebbie (qua onnipresenti, interni compresi!?), utilizza tronchi di albero per celare dietro le luci così da creare atmosfera, e ricorre a luci colorate per vivacizzare gli interni (rosso e blu soprattutto). Fragasso sembra puntare molto sulla fotografia, ma anche sul grandguignol. Il gore (sarebbe più indicatore dire lo splatter) e il sangue corrono a fiumi e regalano alcuni momenti memorabili per gli amanti del genere, tra i quali un volto scarnificato e rivoltato a mo' di calzino, occhi estirpati dalla faccia, il bel volto della protagonista che marcisce stile la Steele nei film di Freda e di Bava, ma anche una serie di zombi coperti da cicatrici, con le mammelle strappate e un look che ricorda da vicino (zanne comprese) gli zombi di Demoni di Lamberto Bava. Franco Di Girolamo e Rodolfo Torrente superano la prova, rendendo marginale il fatto che Fragasso non disponga di budget. Il materiale per fare un horror apprezzabile c'è tutto, purtroppo il film collassa in quelle cose per le quali i soldi diventano secondari. La sceneggiatura della Drudi è pressoché inesistente, piena zeppa di incongruenze e di dialoghi irritanti. Gli zombi dapprima corrono (sull'esempio di Incubo sulla Città Contaminata di Lenzi), poi tendono a fluttuare stile Dracula, infine barcollano lenti, per poi tornare a saltare balzando con agilità felina; passano da dementi a esseri che addirittura parlano in modo sensato sebbene poco prima si sia detto che non hanno cervello, quindi riconoscono le persone, si esprimono in modo ironico (della serie "stiamo venendo a prenderti, guarda quanti amici ho portato al seguito") e addirittura utilizzano i mitra sparando da cecchini (!?). La Drudi prova a modernizzare, partendo dai rituali voodoo (tutto si innesca per effetto della maledizione di un santone cui è morta la figlia e per questo ha scatenato la sua follia magica), ma lo fa senza criterio, perdendosi nel ridicolo. Arriva persino a scomodare il Necronomicon che apre le porte dell'inferno, leggendo delle formule che sembrano filastrocche in rima di puerile contenuto. Da sottolineare anche le continue emersioni degli zombi dalla terra, per tutto il corso della storia, manco si fosse in un cimitero militare. Più che in un'isola inabitata, come si suggerisce per tutto il corso del film, siamo in un cimitero dove i cadaveri non si decompongono mai...!? E che dire dell'infermeria ancora in funzione, con un contenitore per trasfusioni da cui continua a scendere sangue oppure delle candele trovate accese per contenere la maledizione voodoo? Chi diavolo c'era prima dei protagonista? E soprattutto, quanto tempo è passato dall'ultima visita umana? Dovrebbero esser decorsi 20 anni, ma non sembrerebbe, a meno di non pensare che siano gli stessi zombi ad aver fatto tutto questo perché evoluti socialmente. Non si sa... In fondo siamo in un horror e tutto può accadere, specie se l'horror in questione è di serie z. Non manca poi la serie di comportamenti assurdi, tipici degli slasher movie, che nessuno terrebbe meno i personaggi del film. Si parte da un motoscafo a cui ovviamente si danneggia il motore, col timone che si blocca e porta i protagonisti proprio sull'isola maledetta. I "nostri" avvertono il pericolo, dicono di non volersi fermare e poi cosa fanno...? Ovvio, vagano per l'isola in cerca di grane. E questo solo per iniziare...perché loro sono fiky fiky e hanno fatto la guerra del Vietnam in un reparto che ora si chiama "Fotti tutto!".
Fragasso dirige senza aiutare gli attori, qualcuno non a caso si perde, rivelandosi assai a maggior agio nelle scene d'azione. Per protagonista ha un attore preso dal cinema porno gay (Chuck Peyton), poi c'è un santone voodoo che sgrana gli occhi di continuo e ride in modo inverosimile, oltre una giovane (Cristina Caporilli) che dice sistematicamente frasi l'una in contrasto con l'altra (afferma di esser già stata sull'isola eppure non se lo ricorda, salvo poi rivelare quanto successe quel giorno nel dettaglio... arriva in un posto dove non è mai stata e, sentendo dei berci provenienti dal bosco, riconosce al volo la voce dei morti... conosce i rituali voodoo e i rimedi per contrastare gli zombie come se si parlasse della cosa più elementare al mondo: basta mettere l'amuleto qui ed è tutto sotto controllo et voilà...).
Al Festa, alla colonna sonora, presta un tema anche gradevole, rockeggiante, ma completamente estraneo all'horror. Cos'altro dire...? Z-Movie non senza fans, superiore per la messa in scena a diversi horror di Mattei ma indubbia occasione mancata. Come si suol dire: non è uno schianto, ma c'è a chi piace... E' un tipo.
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