Regia di Gilles Paquet-Brenner vedi scheda film
La sentenza
Thriller psicologico tecnicamente ben fatto che prova a suscitare qualche brivido, ma finisce col provocare soltanto un grosso sbadiglio.
La trama in pillole
Il vero protagonista è un misterioso e tetro palazzo costruito in mezzo al nulla da un architetto-serial killer che si dice abiti ancora all'ottavo piano.
Report
Mischa Barton è catapultata direttamente da The O.C. al ruolo della sventurata eroina di un thriller ambizioso ma mal riuscito.
I presupposti iniziali erano ottimi, il prologo stuzzicante e le situazioni inquietanti facevano ben sperare, ma finisce per collassare nella banalità col passare dei minuti.
I corridoi lunghi e poco illuminati e le finestre rade, provocano un crescente senso di claustrofobia e isolamento; tuttavia, poco alla volta, l'ossatura narrativa, inizialmente convincente, sfocia in un'esasperante prevedibilità, tra cliché e amori morbosi.
Mischa Barton, alias Marissa Cooper, funziona poco, come la sceneggiatura, lenta e poco credibile.
Dal punto di vista tecnico comunque non è tutto da buttare (la regia per esempio), ma la trama è troppo tirata e non propone niente di nuovo.
La tirata d'orecchie
Film dimenticabile, giustamente passato in sordina. Vuole strafare, ma si perde nella sua presunzione. Troppo lento e monotono, soprattutto nella seconda parte. Avrebbe dovuto abbassare le pretese.
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