Espandi menu
cerca
Spring Breakers - Una vacanza da sballo

Regia di Harmony Korine vedi scheda film

Recensioni

L'autore

cheftony

cheftony

Iscritto dal 2 marzo 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 101
  • Post 6
  • Recensioni 471
  • Playlist 14
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Spring Breakers - Una vacanza da sballo

di cheftony
8 stelle

“We can do this! I know we can. Just fuckin’ pretend like it’s a videogame! Act like you’re in a movie or something. We can do this. You can’t be scared of shit! […] Don’t be scared of nothing. Let’s just take that fuckin’ cash and go on spring break!”

 

Vacanze di primavera ormai imminenti nei college statunitensi, brulicanti di giovani concentrati prevalentemente sugli sfrenati eccessi che si accompagnano ad ogni spring break che si rispetti. Non fanno eccezione le bionde Brit (Ashley Benson) e Candy (Vanessa Hudgens), libertine, scapestrate e malviste dal gruppo di preghiera a cui appartiene la loro compagna Faith (Selena Gomez), che comunque ha deciso di partire per lo spring break proprio con loro ed una quarta amica, Cotty (Rachel Korine).
Una volta realizzato di essere a corto di soldi per pensare di partire per l’ambita Florida, le ragazze si scoprono determinate e disinibite al punto di imbastire una rapina al fast food Chicken Shack, semplicemente irrompendo e puntando le loro pistole ad acqua. I party dell’assolata Florida diventano così realtà per le quattro adolescenti in bikini, che riescono finalmente a godersi musica, droga, fiumi di alcol e attenzioni dei ragazzi in un contesto per loro paradisiaco.
Questo fino ad una festa troppo su di giri, che culmina con l’arresto delle quattro. La loro cauzione viene pagata da un certo Alien (James Franco), vocalist, spacciatore, gangster locale emergente e tipo senz’altro originale. A bordo della sua Chevrolet Camaro, Alien porta a spasso le ragazze per St. Petersburg e decide di prenderle sotto la sua ala, fino ad introdurle al suo mondo…

 

Selena Gomez, Rachel Korine, Vanessa Hudgens, Ashley Benson

Spring Breakers - Una vacanza da sballo (2012): Selena Gomez, Rachel Korine, Vanessa Hudgens, Ashley Benson

 

“You can change your life! You can change who you are, y’all! You just got hypnotized and transported to another realm, y’all! And this’ll last forever! We’re gonna change the world, y’all, this is poetry in motion: big booties and money fallin’, y’all! Bikinis and big booties, y’all, that’s what life is about! Spring break forever, y’all!”

 

Presentato in anteprima al Festival di Venezia del 2012 e in seguito notevole successo commerciale, “Spring Breakers” segna il ritorno sulla cresta dell’onda di Harmony Korine, al tempo ormai 39enne dall’atteggiamento pacato, sempre eccentrico ma anche parecchio easy-going e dal volto paffutello, qua e là solcato da una barba più sale che pepe. Eppure è riuscito a destare scandalo e discussione tra schieramenti contrapposti come ai tempi di “Gummo”, con un film da lui catalogato in modo quanto mai appropriato come “beach noir” (ma anche “pop poem”, definizioni che ribadiscono come Korine sia un autore interessantissimo da sentir parlare, almeno quando non prende palesemente per i fondelli l’interlocutore).
Cos’è che colpisce di “Spring Breakers”? Beh, quasi tutto, nel bene e nel male. L’introduzione, dopo dei titoli di testa floreali e tamarri, marca chiaramente il territorio delle vacanze di primavera americane: un immaginario edonistico e coloratissimo, fatto di seni e culi in bella vista, di giochi di spiaggia ad alto tasso erotico ed alcolico mentre risuona roboante la musica dubstep di Skrillex (curatore della colonna sonora insieme al Cliff Martinez di “Drive”). Ma non ci si deve stupire: una costante della filmografia di Korine è l’assenza di critica o di celebrazione in senso stretto dei fenomeni, a cui preferisce volta volta l’espressione pura di quell’iconografia e di quel feeling protagonisti. Anche il cast è in qualche modo rappresentativo di quell’immaginario pop americano in bilico fra la generazione giovane di MTV e delle teenage idol e la repentina perdita di innocenza segnata dallo spring break: Vanessa Hudgens e Selena Gomez sono prodotti di Disney Channel e Ashley Benson proviene dalla serie “Pretty Little Liars”, mentre Rachel Korine è la moglie del regista, raccordo ideale fra le tre “socie” e l’autore che ha fortemente voluto queste attrici come protagoniste. Sullo stesso solco va interpretata la partecipazione del trapper Gucci Mane, mentre il quasi-divo James Franco si esibisce piacione con un personaggio da ricordare, fra slang, portamento, capigliatura in stile cornrows e denti placcati d’argento.

 

 

Proprio l'irruzione del personaggio di Alien segna il punto di rottura del film: sembra un potenziale carnefice di quattro ragazzine improvvide e wannabe, ma in realtà le conduce (anche se non tutte) al salto di qualità, dalla rapina con pistole ad acqua alla vita da temibili gangster - fino a perderne il controllo. È qui che “Spring Breakers” si fa clamoroso per audacia, culminando in un finale vorticoso di colori fluo al buio e, prima ancora, nella scena capolavoro del film: Alien suona e canta al pianoforte “Everytime” di Britney Spears per le sue spring breaker, munite di passamontagna rosa e fucili a pompa, di fronte ad un tramonto roseo sul mare intervallato da flashback al ralenti delle loro gesta criminali; al contempo, la voce di Franco sparisce e il brano originale della Spears domina la scena. “Spring Breakers” palesa definitivamente in quel momento la sua natura di noir filtrato dagli occhi della generazione teen pop.
Harmony Korine ammette candidamente di non aver mai fatto film per chiunque, ma per quanto riguarda la forma va detto che tecnica registica, fotografia e luci di “Spring Breakers” sono di prim’ordine e godibilissimi. Ormai affermato regista di videoclip e perfino di spot pubblicitari con la compagnia MJZ, Korine padroneggia alla grande il mestiere (si veda anche il piano sequenza della rapina), esaltato da un notevole montaggio che sposta continuamente la narrazione avanti e indietro; il fine è quello di dare forma a quella che Korine definisce “liquid narrative”, studiata per veicolare un’esperienza (e non una storia) tramite una fluidità nelle immagini e nelle sovrapposizioni audio/video che nasconde le sue radici nel videoclip.
Aspettando con concitazione di conoscere il destino distributivo di “The Beach Bum”, questo film è da mettere tranquillamente in compagnia di “Gummo” fra i vertici di Korine.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati