Regia di Harmony Korine vedi scheda film
È vero, quella di Candy, Brit, Cotty e Faith è una vacanza da sballo. Sesso, droga e dubstep: la pausa di primavera ideale, basta raccattare qualche spiccio rapinando un fast food, e via verso spiagge dorate, cocktail, musica da spaccare i timpani e incontri eccitanti che si palesano nel sorriso cromato del gangster James Franco. Il sottotitolo, più orbo che miope, dell’edizione italiana, è un paradossale complemento all’operazione di Korine, che si appropria di stilemi e linguaggi della Tv contemporanea per scoperchiarne il vuoto e vomitarli sullo schermo in una sinfonia di abbacinanti brutture. A partire dal cast, dove ad affiancare Rachel Korine, moglie del regista, troviamo un trio di stelline provenienti dal mondo ottuso e ottundente della televisione “per giovani”: due virginali figlie di Disney Channel (Vanessa Hudgens e Selena Gomez) e una delle sintetiche bellezze di Pretty Little Liars (Ashley Benson). Lolite in bikini fluorescenti e passamontagna, passano dal brivido della pista da ballo a quello della rapina a mano armata, dal maneggiare spinelli all’azionare mitra: la loro versione, tra acido e spray abbronzante, del Sogno Americano. I ralenti esasperano lo sguardo sull’abbondante carne esposta al sole, sui fiumi di alcol, sui corpi invitanti delle quattro Barbie psichedeliche. Non è per un divertissement che Korine manda tre reginette della fascia protetta allo sbaraglio in ogni genere di situazione scabrosa: non è uno sterile tentativo di rifare Assassini nati. Natural Born Killers ai tempi di YouTube, piuttosto uno speciale di Jersey Shore diretto da Terrence Malick. L’estetica di Mtv portata alle estreme conseguenze, spettacolo fastidiosamente attraente, così privo di scopo che non puoi smettere di guardare. Irresistibile narrazione, ellittica e onirica, del Niente, intrattenimento puro che smonta le forme dell’intrattenimento televisivo, Spring Breakers sarà amato dagli stessi fruitori delle vacanze da sballo che dipinge impietosamente. Quando James Franco dice di chiamarsi Alien perché «non è di questo pianeta», crede di impressionare le giovani pupille, ma non sa di affermare una triste verità: il pianeta è loro, lui è solo un ospite che ancora crede a un briciolo di romanticismo.
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