Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Una banda di adolescenti viziati e spavaldi si mette a svaligiare per capriccio le ville dei vip dello spettacolo. Per fortuna vale il proverbio della gatta e del lardo.
Lo so che non è piaciuto a tutti, a me sì: è il ritratto non compiaciuto o condiscendente di una generazione sbandata, della quale questi personaggi rappresentano un campionario appena peggiore della media.
La regista è abile nel sfruttare una trama esile e scontata, sviluppandola con fantasia, ricchezza di particolari e attenzione ai personaggi. Ciò fa sì che la pellicola non annoi mai, e presenti sempre qualche nuovo elemento ad arricchire il quadro.
E' un film ispirato a fatti realmente accaduti, e anche il suo stile è poco più che cronachistico, non enfatico o drammatizzato. A drammatizzare e a parlare sono gli stessi fatti raccontati, e la deriva inarrestabile di quel gruppo di adolescenti. Il ragazzo a momenti ha degli scrupoli e cerca di frenare, ma è presto sopraffatto dalla spregiudicatezza e spavalderia delle ragazze, dalle quali si lascia facilmente trascinare. Alcuni dei componenti della banda hanno i genitori separati, con nuovi compagni, e magari lontani e disinteressati ai figli. Altri hanno famiglie apparentemente inappuntabili, ma in realtà piene di storture. Genitori allocchi e persino tontoloni, che guardano perplessi la prole ma non indagano, o che credono a tutte le bugie delle figlie con un'ingenuità e una presunzione d'innocenza che lasciano spiazzati. A questo proposito colpisce la "famiglia new-age", dove ci si riempie la bocca di umanitarismo, amore e aiuto degli altri, e le malefatte delle super-coccolate figlie vengono coperte o negate. Quest'ultima, infine, pur incastrata dai video e condannata dal tribunale, inizierà a dichiararsi del tutto innocente e vittima di un malinteso. La verità è troppo brutta; quindi la menzogna viene abbracciata e propagata senza pudore. L'ultima inquadratura della ragazza che mente è molto amara, e testimonia fino alla fine la non-simpatia della regista per i suoi protagonisti.
E' il quadro raccapricciante di una generazione cresciuta senza limiti, i cui genitori non credono neppure alla possibilità che i figli si comportino male, e quando succede li giustificano e difendono ad oltranza; ragazzi e ragazze il cui massimo ideale nella vita è fare tanti soldi, non importa se rubati, e vivere in lussuose dimore, vestendosi con capi costosi, Rolex e gioielli. Dall'altro canto, però, le ville che svaligiano sono abitate da divi dello spettacolo terribilmente soli, pieni di cose ma senza amore e neppure amici. La disperazione nascosta sotto i lustrini.
Le scene migliori: quella della pistola puntata all'amico da una ragazza spavalda e saccente, e tutti gli arresti dei membri della banda.
La regista Sofia Coppola non tradisce il buon sangue dal quale discende e dirige un'opera incisiva tutta di adolescenti e di cultura giovanile, ma, a ben vedere, molto distante dall'estetica e dalla filosofia di MTV. Per fortuna.
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