Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Al suo esordio Sofia Coppola aveva trattato l’innocenza giovanile (“Il giardino delle vergini suicide” (1999)), quattordici anni dopo con “Bling ring” affronta una realtà adolescenziale molto diversa, tra social media, fascinazione delle star ed in generale una generazione cresciuta nell’abbondanza di cose tangibili, ma povera di morale.
La società cambia velocemente, purtroppo questo modello non porta alla regista i medesimi risultati di un tempo.
Una sera, cinque adolescenti s’intrufolano nella casa di Paris Hilton rubando alcuni degli oggetti che l’affollano.
Presto ci prendono gusto, tornando più volte sul luogo del delitto e prendendo di mira altre star, fino a perdere il controllo.
Questo “gioco”, portato avanti senza tanti segreti, non è destinato a perpetrarsi all’infinito.
La vita può essere un gioco, l’ostentazione e la sicurezza possono prendere il sopravvento, ci si sente quasi intoccabili, al contempo i genitori sono assenti, o peggio ancora propongono stili di vita di facciata buonista, ma poi privi di reale sostanza fornendo quindi un esempio ancora più erroneo.
Sofia Coppola si cimenta con un argomento ed un ambiente, ispirati da una storia vera (poi re-interpretata con personali licenze) che rappresentano un tranello difficile da circumnavigare.
Finisce imbrigliata nella reiterazione del gesto che serve per implementare le condizioni del gruppo, che si sente intoccabile agendo senza farsi problemi degradando sempre più, ma dal punto di vista cinematografico finisce col regalare poche variazioni (almeno per la prima ora, un po’ troppo).
Così gli aspetti più interessanti arrivano da alcuni dialoghi, esemplare quello su Angelina Jolie, star impegnata nel sociale da sempre, ma vista dalle interpellate come modello di bellezza, ricchezza ed invidiata per stare insieme ad un “bel figo”.
Anche il giovane cast, che oltre alla sempre più lanciata Emma Watson presenta alcuni volti potenzialmente interessanti, finisce col rimanere intrappolato da un meccanismo che ha probabilmente idee chiare, ma con poche digressioni in grado di fare la differenza.
Rimane un film con un certo coraggio, quando si fotografano le negatività si è sempre a rischio contestazione (ad esempio, nelle intenzioni il finale è considerato critico, ma la fascinazione è sempre dietro l’angolo per chi guarda), ma di spessore piuttosto limitato o comunque facilmente criticabile (magari anche ingiustamente).
In ogni caso lascia più di un dubbio (sia in negativo che in possibile revisione positiva).
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