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Bling Ring

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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La recensione su Bling Ring

di maso
6 stelle

La Coppola si scappella del suo cognome e si muove come l'elefante di Gus Van Sant fra i vizi e le icone di una generazione di ragazzetti americani che non sembra più avere la voglia di amarsi with flowers in their head come negli anni setSsanta e neanche di trastullarsi con Pac Man e Donkey Kong come negli anni ottVanta ma per divertirsi ha bisogno di ben altro, di emozioni gelidamente plastificate come il naso di Paris Hilton e i suoi trecentomila paia di scarpe, o gli abitini maculati di Megan Fox e soprattutto il lifestyle della mitica Lindsay Lohan, figa di legno con un cervello per insegnanti di sostegno che la cricca del Bling Ring emulerà perseguendo la propria strada di trasgressione fra club dragati da tutte le droghe tranne la Roba, troppo triste come sballo per ragazzi che non sanno cosa sia la tristezza o la felicità, l'amicizia o la fraternità: bongoni, cannoni, cracchini e pippottoni pompano nelle loro vene insieme ad una gran voglia di entrare liberamente nelle Bel Ville di Bev Hills appartenenti ai vips mentre sono altrove come certificato sulla loro pagina facebook.
Lo stile asettico ed asciutto adottato dalla Coppola giova al film che incredibilmente non è affatto noioso ma ha il potere di annullare anche il potenziale emozionale della storia che furbescamente miss cappello siculo di Acireale ha incentrato su giovani attori belli e disinvolti anche davanti alla corte, in realtà la cricca del Bling Ring era composta da un sestetto di mostricciattoli tipicamente americani, flaccidi, brutti e drogati, l'unico di loro ad avere un qualche barlume di sentimento è il ragazzo della brigata Marc Hall, interpretato da un bravo Israel Broussard, capace di dargli un alone di omosessualità molto leggero che emerge abbastanza esplicito nel primo piano da web cam in cui si ciuccia una pipa di gangia dimenandosi come una velina in un coffe shop di Asterdam, bellina davvero anche la Watson che con la sua faccetta da schiaffi ci sta bene nel ruolo della ninfetta falsa e borghese ma a capo di tutti loro c'è Katie Chang nel ruolo di Rebecca, l'ideatrice del piano, assatanata dalla voglia di sgraffignare auto e indossare abiti firmati direttamente dal guardaroba personale del suo mito Lindsay Lohan, è gelida come un pezzo di ghiacciolo in una cella frigorifera e si lascia andare in qualche goccia squagilata davanti allo sbirro quando gli chiede che ha detto la Lohan di lei, già perchè se non lo aveste capito qui viene rispettato un vecchio detto che dice " Gallina che è Rebecca l'han già beccata ". 
Il film è freddo ? Bling Ring è vuoto ? Beh ci può stare in fondo parla di ragazzi freddi e vuoti.

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