Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Per il suo ritorno alla regia, a tre anni di distanza dal leone d'oro "Somewhere", Sofia Coppola decide di raccontarci una storia vera: una banda criminale di adolescenti, ribattezzata "Bling Ring" (come da titolo), che, in ben poco tempo, è riuscita a sottrarre circa 3 milioni di dollari dalle abitazioni di numerose celebrità (Paris Hilton, Lindsay Lohan, per fare qualche nome).
La storia, molto semplice, non è altro che la cronaca di questi eventi: dai primi, quasi innocenti, "colpi criminali" fino al grande processo nel quale verranno condannati tutti i membri del gruppo. Non c'è spazio per il sentimento o per la riflessione: solo il susseguirsi delle diverse circostanze.
Sofia Coppola, abilmente (forse il suo unico merito), riesce a dipingere un quadro di attualità particolarmente freddo, senza giudicare. I party a base di alcool e cocaina, le irruzioni all'interno delle ville vengono raccontati con uno sguardo distaccato, lasciandoci una sensazione di completa vacuità. Vacuità che ritroviamo negli abiti, nei gioelli e in tutti gli altri oggetti preziosi appartenenti alle celebrities americane.
Questa sensazione di distacco, però, si espande fino alla regia stessa che, proprio per questo, appare ben poco ispirata e un po' troppo vuota. Alla fine degli 87 minuti, che fortunatamente scorrono abbastanza veloci, la sensazione è che la Coppola non sia riuscita a lasciarci qualcosa per cui sia valsa la pena guardare il film. Non c'è nulla oltre la storia, oltre i fatti; solo la fredda narrazione degli eventi.
Risulta quindi difficile apprezzare una pellicola del genere, che non riesce a comunicare, rimanendo così bloccata all'interno della sua trama stessa.
Nonostante io non sia mai riuscito a comprendere il perché del Leone d'Oro a Somewhere, una cosa è certa: questo "Bling Ring" non è all'altezza nemmeno del lavoro precedente della regista americana.
Credo possa bastare quest'ultima affermazione per poter cogliere il mio giudizio su questo film.
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