Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Un film che riesca a scatenare moralismi di destra e di sinistra come questo Bling Ring meriterebbe già così ogni plauso.
Se poi è confezionato su misura per far dire tutto quello che voleva far dire, sornione e invitante com’è, e poi rivoltante come decide di essere da un certo punto in poi, allora, cara Sofia Coppola, hai fatto centro.
Immagino che a Los Angeles le cose vadano davvero così, e questa sia solo la punta famosa del famoso iceberg.
Ma non illudiamoci, ce n’è anche qui, alla periferia dell’impero.
Gli States fanno sempre scuola e noi, ligi al dovere, ci adeguiamo.
Ne ho visto giusto ieri un piccolo branco accovacciato sui marciapiedi del centro, davanti ad una jeanseria molto trendy che ha capito come si fa, e li fa pure ballare in vetrina.
Facce vuote e levigate, corpi efebici di lolite di ritorno avvolti, poco, in finto casual, tic tac di cellulari, anzi, si dice smart, e autoscatti felici.
E il maschio contemporaneo?
Quando non è bulimico è un anoressico con jeans cavallo basso, sepolto fra nugoli di piccole erinni festanti.
Il maschietto di Coppola sembra l’unico essere ragionevole, c’è ancora in lui l’antico imprinting del giovane Werther formato pocket, ma è uno sconfitto in partenza, e che fa? E’ l’unico ancora capace di piangere sul serio, anzi di piangere tout court, è uno sfigato con famiglia semi-normale e si becca pure la condanna più lunga.
Coppola filma (e benissimo, inutile dilungarsi sulla perfezione delle riprese, sul magnifico piano sequenza della villa trasparente di una delle tante celebrità losangeline ripresa in notturna dalla collina di fronte) il reale nel suo appiattimento totale (questo sì che si chiama fare film-documento) e l’impressione è di un film senza fondali, avanspettacolo post-litteram, il sipario è giù e sappiamo che non si alzerà su nessuna pièce, al massimo si vedrebbero materiali di scena gettati alla rinfusa sul palcoscenico.
Perché siamo all’entropia, finalmente ci siamo, dentro questa cronaca annunciata da almeno mezzo secolo, questo finale di partita su cui si/ci siamo stracciate le vesti per almeno cinquant’anni.
Attenzione, cattiva maestra la televisione, state attenti che poi i figli uccidono i padri.
E farebbero bene, ma neanche questo purtroppo avviene più.
I padri sono diventati come i figli (guardate come li rappresenta Coppola, un capolavoro).
Ma quali responsabilità dovrebbero assumersi queste generazioni?
Chi gliele ha insegnate?
Finiamola con i luoghi comuni e prenotiamo piuttosto un buon loculo al cimitero per tutte le nostre belle utopie che, finalmente, Coppola smonta una per volta.
L’unica cosa che hanno di buono questi pro-pro-nipoti di Pasolini e Kerouac è aver dimostrato che Truffaut era un profeta.
Avete presente Fahrenheit? Ma niente uomini-libro, macchè, oggi il massimo è The Suspects Wore Louboutins con qualche eccezione, tipo l’intera saga di Harry Potter.
Rubare a Paris Hilton o Orlando Bloom?
Ma mica è rubare! Sono fans affezionati, è imitare! E poi, neanche se ne accorgono!
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