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Bling Ring

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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La recensione su Bling Ring

di Travis
6 stelle

Partendo da fatti realmente accaduti e descritti in un articolo apparso su Vanity Fair ("The Suspects Wore Louboutins“) il nuovo film di Sofia Coppola segue le tracce di un gruppo di giovani losangelini che realizzano i loro sogni rapinando le ville dei loro idoli vip. Inizialmente solo un gioco si trasforma poi in una vera e propria droga da cui i giovani, ormai dipendenti, non riescono a sfuggire. Da criminali, grazie alla massiccia attenzione in loro riposta da parte dei media, diventeranno loro stessi delle celebrità. In fondo non ci dice nulla di nuovo questo "Bling Ring", se non raccontare, ancora una volta, il ruolo distruttivo dei media e dei social network, passando per una critica sul vuoto di una contemporaneità affogata in un noioso e superficiale mondo glamour. Nulla che non sia già stato affrontato in tanti altri film. La Coppola aggiorna soltanto il discorso ai nostri tempi, tempi in cui si può quantificare la propria fama in base alla quantità di richieste di amicizia su Facebook, tempi in cui i dialoghi tra i giovani sembrano delle chattate a monosillabi (numerosi le battute "wow" "Yeah" "ohh" ecc...), tempi in cui le celebrity riescono addirittura a trarre vantaggio dalle loro malefatte. Ecco che allora, in una delle scene più riuscite del film, i 50 metri di strada che conducono al tribunale si trasformano in una sorta di red carpet dove i giovani sembrano sfilare preoccupandosi più del proprio look che dell'imminente condanna.  Bling Ring non è un brutto film, ma non è nemmeno quello che ci si aspetta da Sofia Coppola, soprattutto dopo lo sperimentale Somewhere. La sensazione sui titoli di coda è che la regista si sia persa tra i lustrini e gli armadi colmi di abiti firmati per troppo tempo, abbozzando i personaggi e perdendo di vista la storia. Bling Ring prende allora le sembianze di un videoclip, con poca sostanza, con un'estetica che prende a piene mani da Mtv, ma se vogliamo proprio fare un confronto, risulta di gran lunga inferiore al ben più riuscito Spring Breakers di Korine. Un passo indietro rispetto a tutto ciò che la Coppola ha fatto in precedenza; forse non è adatta a raccontare storie di questo tipo. Il Giardino Delle Vergini Suicide, Lost In Traslation (il mio preferito della regista) o anche Somewhere sono tutti film che guardano all'interno dei propri protagonisti, che descrivono alla perfezione e mai in modo didascalico, con un tocco tutto femminile, stati d'animo, malinconie, solitudini, rapporti famigliari, amicizie perdute. Sono questi i territori in cui la Coppola ha sempre fatto centro. Bling Ring rimane comunque un prodotto godibile, mai noioso, stilisticamente ineccepibile (buona la regia, il montaggio e la fotografia) e ben recitato da tutti i suoi giovani protagonisti (in particolar modo dall'unico protagonista maschile Israel Broussard). 6 e 1/2

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