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Beautiful Creatures - La sedicesima luna

Regia di Richard Lagravenese vedi scheda film

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La recensione su Beautiful Creatures - La sedicesima luna

di supadany
5 stelle

Ennesima pellicola che entra nel ricco segmento cinematografico apostrofabile come “young adult”, tra le più sfortunate al botteghino, ma non tra le meno meritevoli, forte di una direzione più matura, nei limiti del contesto, affidata a Richard Lagravenese, con due protagonisti dai tratti meno banali del solito, anche se poi ancora una volta è vivida la sensazione che manchi qualcosa per potersi dichiarare soddisfatti.

Nella piccola cittadina di Gatlin la vita scorre seguendo le regole di una rigida routine ed Ethan (Alden Ehrenreich) non vede l’ora di andarsene, almeno fino a quando a scuola non si palesa la nuova arrivata Lena (Alice Englert).

Malvista dai più, ma non da Ethan, tra i due nasce un sincero feeling che non viene incrinato neppure quando il giovane scopre che Lena è una maga e che a breve l’attenderà un bivio che la potrebbe portare lontano da lui.

Per entrambi è arrivato il momento di prendere decisioni difficili. 

 

Alden Ehrenreich, Alice Englert

Beautiful Creatures - La sedicesima luna (2013): Alden Ehrenreich, Alice Englert

 

Richard Lagravenese è un regista abituato a lavorare su trame sentimentali e di questa sua esperienza si giova il rapporto tra Ethan e Lena, che non sarà illuminante, ma comunque, sfruttando anche il testo di partenza, appare compiuto quanto basta per possedere le sfumature di un grande amore, messo alla prova dal destino, con inevitabili pericoli, rinunce e quei comportamenti a volte difficili da spiegare legati all’arco sentimentale.

Convince invece assai di meno il versante prettamente “fantasy” con effetti un po’ spuntati e comunque l’intrigo nel suo complesso lascia qualche dubbio (va bene la fantasia, ma si mette troppo spesso la logica in un angolo) e non ha la forza necessaria per stare al passo col legame tra i due protagonisti.

Protagonisti scelti senza scadere nella consueta banalità, infatti sia Alden Ehrenreich, già visto ed apprezzato in “Tetro” (2009), che Alice Englert, figlia di Jane Campion, hanno un discreto talento e non la solita presenza estetica da stereotipati teenager, mentre alcuni “big”, quali Jeremy Irons (piuttosto svagato) e Emma Thompson (alquanto divertita in vesti maligne) forniscono un apporto da cornice più matura.

Dunque, si tratta di un film con qualche discreto pregio, qualche sbandata più o meno importante e comunque un finale meno abitudinario del solito e sufficientemente significativo per quanto riguarda responsabilità e forza dell’amore.

Sempre un po’ pochino, ma anche meglio di niente.

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