Regia di Richard Lagravenese vedi scheda film
giovani in via di trasformazione e sviluppo in un paesino tanto grazioso quanto paludoso, affossato nel bel mezzo del nulla del cuore nero degli stati uniti. gli spasmi che traghettano i ragazzi di gatlin verso l'età adulta, passano per l'oscurantista visione adulta del mondo dei loro genitori, creature che svolazzano senza apparente senso come le falene intorno alle luci dei lampioni preda di mostri creati dal sonno della ragione. il film di lagravenese, tratto dai libri per giovani adulti, è un buon esempio di cinema per giovani che non spiace agli adulti, con una drammatizzazione non libera da una certa pesantezza che a volte lo rende faticoso. le due ore di film, ripercorrono in lungo e in largo la storia di gatlin, storia che tra l'altro tutti gli anni viene riproposta dagli abitanti del paese suddivisi tra nordisti e sudisti, e della famiglia ravenwood, proprietari terrieri che di gatlin furono i fondatori. ethan viene da una pausa di riflessione con la fidanzata emily, che ad inizio anno scolastico va ad informarsi dal ragazzo a che punto è la riflessione. ethan è stravolto dalla piattezza cerebrale del paesino, e desidera solamente andarsene appena possibile. orfano dell'amata madre che lo ha sempre spinto a viaggiare e sperimentare prima di decidere del proprio futuro, vive col padre che non si vedrà mai per tutta la durata del film(ottima scelta stilistica per definirne l'assenza genitoriale, dovuta al lutto)e accudito da amma, un'amica materna che ha promesso di prendersi cura del ragazzo. non c'è notte che ethan non passi insonne e quelle poche ore che dorme, le impegna a fare sogni tremendi su di una ragazza dal volto coperto che però lui sa che ama. tutto comincia a prendere senso quando a scuola arriva la giovane ravenwood che tutti considerano e trattano come una emissaria del demonio. accadono fatti strani ed inspiegabili e di lì a poco gatlin diverrà il centro di un'importantissimo anniversario(il sedicesimo del sottotitolo italiano)che trasformerà la vita di tutti. a cominciare dalla scelta di due giovani attori come edenreich e englert, dai visi e dalle bellezze particolari ma non canonici, il film di lagravenese anche se dall'incedere a volte incerto, si fa sentire come strano e affascinante. gli sconvolgimenti sentimentali e ormonali dei due ragazzi s'intersecano con gli eventi sovrannaturali quasi a significare cosa possa voler dire per due ragazzi che vivono momenti difficili e non particolarmente brillanti, vivere gli anni delle scuole superiori in un paesino che non offre nulla se non paesaggi naturali mozzafiato e noia mortale. le ingombranti figure genitoriali diventano elementi da cui si può e ci si deve emancipare per spezzare devastanti eredità. figure di fondo sono, quando va male invasati che si radunano in branco a pregare per qualsiasi cosa, neanche gatlin fosse ancora ferma all'età dei coloni e di lettere scarlatte, e quando va bene presenze che hanno sostituito madri e padri morti o preda dei loro tormenti e quindi impossibilitati ad esserci per altri, anche se sono i loro figli. insomma alla fine un esperimento andato a buon fine, ricolmo di avvenimenti e sensazioni come una pozione magica ipercalorica che bolle forsennata in un enorme marmitta. uscire da gatlin si può. dare una chance a qualsiasi cosa che esca dal nostro piccolo recinto è indispensabile per non ridursi a gretti umanoidi magari belli fuori, ma pieni solamente di tele di ragnatele, incapaci di opporsi ad un destino che viene detto indiscutibile.
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