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Beautiful Creatures - La sedicesima luna

Regia di Richard Lagravenese vedi scheda film

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La recensione su Beautiful Creatures - La sedicesima luna

di alan smithee
2 stelle

Sono sempre stato incapace, complice probabilmente l'età non congrua con questo genere di letteratura e cinema che invece attrae come mosche teenagers e 20/30enni, di farmi andar giù film su maghi e maghetti, ed e' bastato un primo Harry Potter per impedirmi di proseguire la (interminabile, ma non troppo per fortuna) saga ideata da una volpina del mercato acchiappa-orde giovanili e per evitare, il più possibile, parenti stretti come Narnia, Gli dei dell'Olimpo, Vampiri e Lupi di Twilight e quant'altro di speculare è stato proposto con plateale successo in questo ultimo decennio.
Perché andarsela a cercare allora affrontando questa ennesima variazione sul tema, verrebbe da chiedersi?
In effetti me la sono davvero andata a cercare, ma scorrendo il cast attoriale mi sono accorto di quell'Alden Ehrenreich, una sorta di nuovo Sal Mineo a cui, forse un po' troppo improvvidamente od ottimisticamente profetizzai una repentina ascesa da nuovo Di Caprio appena lo vidi, sconosciuto a chiunque, all'anteprima festivaliera cannese di uno degli ultimi capolavori coppoliani, quel "Tetro" meraviglioso in cui l'Alden impersonava il fratello buono e disponibile del protagonista Vincent Gallo, scostante ed oscuro proprio in linea col suo nome e titolo del film. Di fatto poi per il giovane attore dopo quel film la via non si spianò proprio con la facilità da me prevista, e dopo averlo rivisto con Coppola nell'intrigante Twixt, ne avevo praticamente perso le tracce. Oggi leggo che lo vedremo nella nuova promettente fatica (americana ) del grande regista coreano Park Chan-wook e nell'ultimo Allen (che ultimamente è tutt'altro che una garanzia, ma comunque....), e mi viene da pensare che, Beautful Creatures a parte, la profezia sia ancora in tempo ad avverarsi. Il film in questione è una bufala indifendibile, storia risibile di amori giovanili che partono dal sogno e si spostano nel mondo abusato ed ormai stanco della magia, che permette alle produzioni di un certo budget di ingannarci con la solita sequela di effettacci buttati li e che ormai non riescono neppure più a stupirci od emozionarci per un secondo. Il resto del cast e' notevole e come tale vergognosamente sprecato: e se e' ormai con rassegnazione che accogliamo un Irons ormai più avvezzo a frequentare set ben paganti che a privilegiare la qualità artistica che lo ha sempre contraddistinto in passato, spiace soprattutto veder coinvolte in questo scempio dell'ovvietà e della ripetizione attrici notevoli come Emma Thompsom, ancora bella e seducente, e Viola Davis, il cui sguardo liquido sensazionale non smette di entusiasmarci anche di fronte ad un ruolo (la guardiana e custode di chissà che cosa) che la svilisce e la spreca assai. 
Il regista Lagravenese, dopo l'incoraggiante e a questo punto sopravvalutato "Kiss", continua a deluderci in un percorso a questo punto irrefrenabilmente al ribasso verso la scontatezza, la melensaggine e il puro mestiere su commissione fine a se stesso.

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