Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Dal romanzo Lazarillo de Tormes Mario Monicelli nel 1987 trae con i fidi Benvenuti, De Bernardi e Cecchi d’Amico I PICARI, commedia sbagliata che fin dalle prime battute assume i tratti e i contorni di un dramma ambientato alla fine del 1500 in una Spagna reinventata e pressappoco fedele. I protagonisti sono Lazarillo e Guzman, i due conosciutisi ai remi di una galea si raccontano le rispettive infanzie segnate da povertà ed espedienti che gli hanno portati alla condizione attuale. Picari nell’animo e nell’aspetto, entrambi cambiano umore e padroni a seconda delle esigenze e delle necessità. Buttati in mare dagli ammutinati, all’ombra dei mulini di Don Chisciotte e Sancho Panza ingannano una giovane fanciulla per liberarsi dalle catene, poi ognuno per la sua strada. Guzman servitore dello spiantato ma nobile d’animo marchese Felipe de Aragona, Lazarillo come il suo primo mentore mendicante cieco e infine teatrante. Si rincontrano per compiere una truffa e poi darsi allo sfruttamento della prostituzione. Gli va male e tornano a separarsi, fino a quando la morte non li separerà.
I PICARI non fa ridere, le scarse gag presenti hanno le polveri bagnate e fanno masticare amaro, eppure è un trattato sulla cattiveria umana, sull’opportunismo e il cinismo dell’animo umano, persino sulla caparbietà. Lazarillo e Guzman – nonostante i loro evidenti limiti nelle imprese e la sfortuna congenita – non si arrendono mai e insistono sulla strada dell’avventura e del rischio. Noi siamo picari cantano nella canzone dei titoli di testa e coda, scritta e musicata da Lucio Dalla e Mauro Malavasi. Sottratti questi due elementi positivi, la pellicola di Monicelli è arida e mesta, poco empatica. Il cast all star italiane non convince, da Nino Manfredi mendicante cieco solo perfido a un troppo sobrio Gassman/Marchese de Aragona, Enzo Robutti macchietta, Claudio Bisio improbabile duro, piccoli e convenzionali gli interventi di Bernard Blier e Vittorio Caprioli. Dignitosi e nulla più i due antieroi del titolo Enrico Montesano e Giancarlo Giannini, perfetta invece la puttana riottosa di Giuliana De Sio.
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