Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
L’operazione di Stallone ormai l’hanno capita anche i muri: recuperare i suoi personalissimi classici anni 80 e aggiornarli al tempo della senilità e delle rughe, da una parte redimendoli ideologicamente, dall’altra portandoli a riflettere sulla memoria e sulla decadenza del corpo dell’eroe. Però: va bene la prima volta (Rocky Balboa), va bene la seconda (John Rambo), vanno bene pure la terza e la quarta (i due atti di I mercenari), ma alla quinta l’operazione inizia ad assumere contorni marcatamente posticci. Così questa versione revival di Sorvegliato speciale è solo l’ennesima occasione per fare baccano e sfoggiare il consueto machismo autoironico in una sequela di pugni e spari, calci e coltellate, risate e spacconate. Il 2013 non è poi così diverso da come l’aveva immaginato Stuart Gordon in 2013 - La fortezza, e la prigione high tech (“la Tomba”) in cui è rinchiuso Breslin è suggestiva e originale nelle sue celle a vista, nella struttura verticale, nell’essere a bordo di una nave cargo. Anche il soggetto non è male, con l’esperto di evasioni pagato per testare “la Tomba” ma ingannato e abbandonato nel monumento alla morte. Peccato che lo script preveda battutine già obsolete nei primi anni 90, la regia venga affidata a Mikael Håfström (1408, Il rito...) e Stallone gigioneggi senza sosta con l’amico Schwarzy, elefanti chiamati a interpretare la parodia di loro stessi. A questo punto, all’appello della reminiscenza scotta mancherebbero Cobra e Over the Top. Qualcuno lo fermi prima.
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