Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
La vita come una partita di rugby, in 11 minuti scarsi (di cui uno di titoli di coda) con frequenti ralenti abbondantemente conditi di quartetto d'archi in sottofondo che fa tanto 'riflettiamoci su'. Ma, francamente, da riflettere qui c'è poco e si vede bene che Sorrentino - pur non tirando via il lavoro, si intende - non ha creduto fino in fondo a questo progetto commerciale/promozionale ed estemporaneo, commissionatogli da un istituto bancario. Perchè, se una cosa proprio manca del tutto a La partita lenta, è la storia, il nodo centrale, da cui poter intrecciare la narrazione; la scelta di girare in bianco e nero, con la colonna sonora dal forte pathos (e pure troppo; opera di Srdjan Kurpjel) può anche risultare azzeccata, ma quella di lasciare il lavoro nel più totale silenzio, se si eccettuano i rumori diegetici, a ben guardare finisce per penalizzarlo. Casting neorealista: facce scelte con ragguardevole precisione, quasi tutte inedite; molti degli interpreti cominciano e chiudono qui la loro carriera nel cinema. Un esercizio di stile vagamente svogliato, specie se si considera che il regista aveva appena licenziato il suo capolavoro, Il divo. 5,5/10.
La preparazione prima del grande match, l'entrata in campo, l'azione decisiva, la meta.
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