Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
"La Partita lenta" diretto nel 2009
da Paolo Sorrentino,devo dire
che mi è piaciuto.
La storia racconta che due persone si aggirano
per la città per una destinazione che non sappiamo,
ma loro traspare una grande concentrazione.
Il Corto fa parte del progetto “PerFiducia”, promosso dalla banca
San Paolo per "far esaltare la cultura italiana
attraverso la fiducia in quanto forza positiva",
a cui hanno partecipato anche Ermanno Olmi e Gabriele Salvatores,
autori de "Il premio" e "Stella",
ed è diretto da uno che non ha bisogno di presentazioni
Paolo Sorrentino,regista di grandi pellicole
come:"Le conseguenze dell’amore" e "Il divo"
che sono sicuramente i migliori prodotti cinematografici
degli ultimi anni del cinema italiano,che lo hanno
portato nell’olimpo dei nostri grandi Registi Italiani.
Il Film sono 9 minuti in cui Sorrentino da poco
spazio le parole e molto alle immagini,
dove ci sono queste di persone che girano
intorno alla città la mattina presto,per trovare
concentrazione per una partita di Rugby,
ma solo dopo lo sai che "La Partita lenta"
è quella e sceglie di girarlo in bianco e nero.
Nel tutto il complesso si vede la mano
e "il marchio di fabbrica" di Sorrentino,
che con la sua intensità di ripresa e primi
piani resta addosso ai personaggi e ti lascia
in attesa per quello che deve succedere nella
"trovata finale".
Infatti questa girata per la maggior parte
in rallenty è affascinante e strepitosa,
per la tensione che ci mette a narrarci
questo e per vedere che succede.
Nel Cast figurano:
Monica Dugo-Roberto Bernardini-Renato Gnani-
Francesco Iacorossi e Flavio Gregori.
Invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia in bianco e nero
di Gergely Poharnok,l'interessante
montaggio di Cristiano Travaglioli
e le scenografie di Eugenia Di Napoli.
In conclusione un buon cortometraggio
dove Sorrentino vuole dare vita alla condivisione
e diventa fiducia e gioco di squadra nella vita di tutti i giorni,
riuscendo a essere diretto senza dialoghi
come inquadrature e di stare
addosso ai personaggi e bastano espressioni e
densità dei bellissimi movimenti di macchina,
tipici del regista.
Il mio voto: 7.
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