Regia di Franklin J. Schaffner vedi scheda film
Un clima d'avventura e al contempo di tenebra, un'impostazione registica d'impatto e d'avanguardia e un trucco impressionante.
Dello stesso anno di 2001 è anche la pellicola che ha dato i natali a una saga di fantascienza tra le più intelligenti e ammirate di sempre, capace di schierare argomenti di affascinante interesse filosofico – il dibattito scienza-fede (dove la seconda deve arrendersi alla prima), la razionalità/stupidità dell'essere umano, l'approccio (di bieca ostilità o di solidale rispetto) verso chi è reputato "diverso" – con consapevolezza e acutezza. Un po' come Stanley Kubrick (lo stile dell'inizio, con la riarsa distesa montuosa catturata da panoramiche mozzafiato, è vicino a quello del maestro), Franklin J. Schaffner si propone di scoprire le origini e il destino dell'umanità, ribaltando il mondo naturale come tutti lo conoscono e straniando così gli spettatori. Un copione di limata perfezione che trae solo il meglio dall'omonimo libro di Pierre Boulle (su cui Rod Serling e Michael Wilson mettono in atto efficaci emendamenti: basti citare la geniale conclusione, che addita l'uomo come unico colpevole della propria futura rovina), un clima d'avventura e al contempo di tenebra (con anche qualche goccia d'ironia), un'impostazione registica d'impatto e d'avanguardia, e un trucco impressionante, che dota i personaggi scimmieschi come Zira (Kim Hunter), Cornelius (Roddy McDowall) e Zaius (Maurice Evans) di credibilità. Una volta di più, Charlton Heston è immenso.
Insostituibili ai fini della riuscita le partiture di Jerry Goldsmith.
♥ Film ECCELLENTE (9) — Bollino GIALLO
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