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Mulberry Street

Regia di Jim Mickle vedi scheda film

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La recensione su Mulberry Street

di alan smithee
6 stelle

locandina

Mulberry Street (2006): locandina

32 TFF – AFTER HOURS/ JIM MICKLE

 

Primo dei quattro film che completano, cosa mai avvenuta sino ad ora, la personale completa che il festival dedica a questo promettente giovane regista, allo stesso modo di quel che fece anni addietro per il danese Nicolas Winding Refn, esploso alla notorietà poco dopo.

Mickle esordisce con un film di genere a bassissimo costo, girato, ci racconta, in buona parte nella cucina della casa della sua migliore amica.

Locandina Mulberry Street

Mulberry Street è la via ove è incentrata una vicenda tesa inerente un contagio apocalittico in cui nella metropoli alcuni ratti cominciano a salire in superficie contagiando barboni e malcapitati, e diffondendo un'epidemia che li trasforma in mostri mutanti con il muso pronunciato da topo, affamati di carne, aggressivi ed in stato incosciente come zombies.

Dai primi casi isolati si arriva ad una vera e propria ecatombe: strade deserte, macchine abbandonate, corte marziale ed esercito che spara a vista.

Jim Mickle

We Are What We Are (2013): Jim Mickle

In una fatiscente palazzina segumo i tentativi degli abitanti, poveri ma solidali, che cercano di combattere il nemico sempre più potente ed invasivo: un vedovo prestante, in attesa della figlia, proprio in quei giorni di ritorno da una missione militare in Medioriente, una avvenente barista con figlio adolescente che marina la scuola, due vecchi pensionati, un gay geloso del prestante vedovo, corteggiato dalla bionda barista, ed un'altra manciata di personaggi formano la squadra che deve sopravvivere al massacro e all'orda di esseri affamati che li asserraglia in spazi sempre più angusti.

Jim Mickle (primo a sinistra) intervistato da Emanuela Martini (a destra).

 

Tra Rabid e Rec, il film girato al risparmio si fa apprezzare per il ritmo coinvolgente che coglie lo spettatore, l'abile tecnica di ripresa che prevede immagini vorticose e stacchi frequenti a supplire l'impossibilità di agire più di tanto con trucchi e make-up, peraltro dosati con cedibilità e molta cura.

Per Mickle un ottimo esordio in un genere che il regista in futuro vorrà continuare a ripercorrere.

 

 

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