Regia di Jim Mickle vedi scheda film
Un horror - ma non troppo, in fondo le scene di sangue e squartamenti vari sono limitate alla mezzora finale - 'verista', questo esordio in lungometraggio di Jim Mickle, entrato nel cinema qualche anno prima come tecnico-tuttofare (Imdb lo accredita in disparate pellicole come elettricista, sound editor, addetto agli effetti speciali e via dicendo). Le potenzialità ci sono: il suddetto verismo va inteso come un'attitudine molto sciolta e minimale alla messa in scena, per quanto a ridosso del televisivo. Camera a mano, prevalenza di interni, luci naturali e quindi spesso molto basse, un montaggio frenetico specialmente nella adrenalinica sequenza finale, un serrato crescendo di violenza e ansia che riconduce sulla stessa linea narrativa tutti i vari personaggi presentati nella prima parte della storia. Anche se il canovaccio da zombie movie è parecchio risaputo e alcuni momenti non proprio originalissimi (es.: braccia che spuntano all'improvviso squarciando la parete), è ben salda la sceneggiatura del regista e di Nick Damici, che è anche uno dei protagonisti ed è un volto piuttosto noto negli Usa per via di qualche serie tv. Nel cast non compaiono nomi notevoli, ma è una mancanza che non dispiace in un simile contesto, con una trama corale e senza un personaggio che spicchi sugli altri. Curiosamente Abel Ferrara girerà tre anni più tardi un film con identico titolo, abbreviato però in Mulberry St. probabilmente per differenziarsi dal lavoro di Mickle. 6/10.
Una giornata qualunque a Manhattan, lungo Mulberry Street. La tv annuncia con preoccupazione un'invasione di topi nelle fogne; i roditori cominciano a diffondere un morbo che rende gli umani zombie.
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