Regia di Robert Lorenz vedi scheda film
Gus è un anziano talent scout di nuove star del baseball che si rifiuta di usare nuove tecnologie. La vista sta inesorabilmente calando, la prostata dà i suoi bravi problemini , i nuovi scopritori di talenti sono supercomputerizzati e lo ritengono ormai un vecchio dinosauro da mettere in un museo. Lui si ostina a non voler andare in pensione e per valutare un giocatore intraprende un viaggio verso la North Carolina assieme alla figlia Mickey, sul punto di accettare un'offerta importante dal suo studio legale , ma in realtà un database viviente di tutte le statistiche di baseball. A loro si unisce Johnny, anche lui talent scout e con un sogno inconfessato di fare il telecronista.
Indovinate come va a finire?
Eastwood era uscito di scena metaforicamente in Gran Torino, affermando di non voler recitare più davanti alla telecamera. Se da una parte rivederlo è una gioia, d'altra parte venire meno alla parola data non è da Clint. Lui, tutto d'un pezzo sullo schermo come sulla vita ha sempre mantenuto le sue promesse.
Ma qui ci troviamo di fronte all'esordio in regia del suo assistente storico, Robert Lorenz e un favore a un amico di lunga data si può pure fare. Anzi si deve fare.
il 2012 è stato l'anno della scivolata dell'intervista alla sedia vuota nell'endorsement per Romney( sicuramente atteso perchè sono ben note le sue simpatie repubblicane) nella corsa alla Casa Bianca.
Un qualcosa tra il surreale e il patetico ridicolizzato subito da una semplice fotografia messa dallo staff di Obama su twitter.
Con Di nuovo in gioco ( furbo titolo italiano che gioca col rientro sulla scena di Clint, l'originale Trouble with the curve è naturalmente più attinente al film) purtroppo ci troviamo di fronte alla seconda scivolata consecutiva del nostro.
Il film su un talent scout di baseball che si trasforma poi lentamente in un recupero del rapporto interruptus con una figlia abituata a farsi sempre un pacchettino di cavoletti suoi e infine nel riscatto del dinosauro vecchio e quasi cieco che con i suoi vecchi metodi vince sul nuovo che avanza, coadiuvato però dalla figlia in una sorta di passaggio delle consegne generazionale.
Il problema del film di Lorenz è la noia che affiora inesorabile a causa della mancanza di ritmo e della sua assoluta prevedibilità.Uno spettatore non dico smaliziato ma assolutamente medio, capisce subito dove la storia vada a parare.
Tutto ma proprio tutto, dalla storia d'amore, al recupero di un rapporto padre/figlia, al riscatto del talent scout che ormai vede da molto vicino il suo crepuscolo si incanala nella via più ovvia.
Come in I ponti di Madison County Clint piange e fuma sigarette e come quello Di nuovo in gioco è un film di rottura nella carriera di Clint che gioca con la sua età ma non con l'ironia di Space Cowboys.
Qui è tutto ammantato di malinconia, c'è tristezza nel vedere un vecchio signore abituato a prendere a calci in culo il mondo intero che invece viene piagato e piegato dal tempo che passa.
Per un eastwoodiano doc sentire Clint dire " Sono vecchio e malandato " è praticamente una bestemmia, qualcosa che non esiste nel vocabolario.
E non esiste neanche vederlo con problemi di prostata. La dovrebbe prendere a pugni quella prostata come Chuck Norris la prenderebbe a calci rotanti.
L'altra sfortuna di Di nuovo in gioco è che durante questa stagione cinematografica si è visto Moneyball, un film che affronta tematiche affini a questo ma che lo fa molto meglio, senza incagliarsi in luoghi comuni e banalità assortite.
Clint buca sempre lo schermo ma stavolta la sua prova meritava decisamente miglior causa.
(bradipofilms.blogspot.it)
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