Trama
Gus Lobel (Clint Eastwood), uno scopritore di talenti del baseball ormai sul viale del tramonto, sta lentamente ma inesorabilmente perdendo la vista. Prima che questa sia ormai del tutto compromessa, decide di fare un viaggio fino alla Carolina del Nord per incontrare un giovane promettente giocatore (Joe Massingill). Lo accompagna la figlia Mickey (Amy Adams), con cui i rapporti sono da tempo compromessi, ma la situazione si complicherà quando sul loro percorso incontrano Johnny (Justin Timberlake), un giovane talent scout rivale di cui Mickey si innamora.
Approfondimento
DI NUOVO IN GIOCO: IL RITORNO DI CLINT EASTWOOD COME ATTORE
Di nuovo in gioco è l'opera prima di Robert Lorenz, assistente di regia di Clint Eastwood sin dai tempi di I ponti di Madison County. Protagonista è lo stesso Clint Eastwood - tornato a recitare nonostante le dichiarazioni secondo cui avrebbe smesso dopo Gran Torino di stare davanti alla macchina da presa - che indossa i panni di Gus Lobel, uno dei migliori scopritori di talenti nel baseball che si ritrova a fare i conti con l'età che avanza e le fasi finali della sua carriera. Poiché il suo giudizio comincia ad essere messo in discussione, Gus ha bisogno di provare ancora una volta quanto valido sia il suo fiuto e, nonostante sia contrario, trova l'aiuto della figlia Mickey con cui i rapporti non sono mai stati idilliaci. Interpretata da Amy Adams, Mickey non esita a mettere a repentaglio la propria carriera di avvocato per accompagnare Gus in Nord Carolina alla ricerca di un nuovo talento e il suo rischio è ripagato dalla possibilità di trascorrere del tempo a stretto contatto con il padre, un'occasione che permette ad entrambi di scoprire verità e realtà presenti e passate in grado di cambiare il loro futuro. Tra i due si frappone però Johnny Flanagan, un giovane talent scout che nonostante sia rivale di Gus mette gli occhi su Mickey. Completano il cast principale John Goodman nei panni del vecchio amico di Gus e suo capo Pete Klein, Matthew Lillard nel ruolo del direttore associato della squadra di scouting degli Atlanta Braves Phillip Sanderson e l'esordiente Joe Massingill come la nuova "scoperta" Bo Gentry. Un piccolo ruolo è riservato anche a Scott Eastwood, figlio di Clint che interpreta la parte di Billy Clark, uno dei talenti scoperti in passato da Gus.
Basato su una sceneggiatura originale di Randy Brown, Di nuovo in gioco vede Clint Eastwood anche tra i produttori esecutivi. La fotografia è affidata a Tom Stern e le scenografie a James J. Murakami, entrambi nominati agli Oscar per Changeling, mentre il montaggio è opera di Gary Ross e Joe Cox (premio Oscar per Gli spietati). I costumi sono di Deborah Hopper e le musiche portano la firma di Marco Beltrami, autore della colonna sonora di The Hurt Locker. Per garantire la giusta dose di realismo sul campo di gioco, Lorenz si è avvalso della supervisione di Aimee McDaniel, coordinatore di baseball che ha coreografato i movimenti degli "atleti" e ha aiutato gli attori ad assumere le posture, gli atteggiamenti e il modo di osservare dei talent scout o dei giocatori stessi.
Sebbene la storia si svolga tra Atlanta e il Nord Carolina, Di nuovo in gioco è stato girato interamente in Georgia, ad eccezione delle scene realizzate all'Atlanta's Turner Field grazie all'aiuto di John Schuerholz, presidente della vera squadra degli Atlanta Braves.
LE DINAMICHE FAMILIARI
Di nuovo in gioco è prima di ogni cosa un film che tratta di dinamiche familiari, con al centro un padre e una figlia le cui vite hanno preso direzioni opposte. Costretti dalle circostanze a stare uno di fianco all'altra, Gus e Mickey si ritrovano a rivalutare le loro priorità. Carriera, amicizia e famiglia acquistano nuova luce per merito del momento di difficoltà che Gus attraversa quando si rende conto che i suoi occhi non sono più quelli di un tempo. Mentre chiunque attorno a lui nota che c'è qualcosa che non va, Gus è così orgoglioso e testardo da non svelare la verità a nessuno. Abituato ad aiutare gli altri, Gus non accetta infatti l'idea che ad aver bisogno sia lui stesso. La figlia Mickey, invece, ha sempre ricercato l'attenzione del padre, desidera essere uno dei suoi motivi di orgoglio ma, come spesso accade nei rapporti con i genitori, Gus è stato preso da tutt'altro. Nel corso del tempo, tra i due si è alzato un muro che li ha allontanati e ha portato Mickey a concentrarsi soprattutto sul lavoro, a discapito della vita privata. Paradossalmente, Gus è riuscito a comprendere meglio degli estranei le esigenze della figlia, la cui madre è morta quando aveva sei anni. Come risposta alle disattenzioni del padre, Mickey si è buttata a capofitto soprattutto sul lavoro e la sua carriera è in ascesa: da associato di uno studio legale è in competizione per divenirne socia e non ammette alcun tipo di distrazione. Quando decide di accompagnare il padre, Gus non crede che il mondo del baseball sia un ambiente sano per una giovane donna e teme anche che la figlia possa accorgersi delle sue difficoltà fisiche tanto che dapprima i due non comunicano, non parlano e non discutono di nulla.
IL LAVORO DI TALENT SCOUT
Durante la "forzata" convivenza, Mickey e Gus hanno a che fare con Johnny Flanagan. Come loro, anche Johnny si trova in una fase di transizione: da ex lanciatore di baseball sta tentando la strada del talent scouting. Per uno strano scherzo del destino, quando era ancora un fenomeno del liceo, Johnny era stato provinato da Gus e adesso sta cercando il suo aiuto per la nuova professione. In questo modo, la sceneggiatura di Randy Brown approfondisce un aspetto legato al mondo del lavoro con il "vecchio" Gus che si vede costretto a confrontarsi con i cambiamenti delle metodologie della sua professione e con l'uso delle nuove tecnologie. Gli Atlanta Braves non sono infatti l'unica squadra ad aver messo gli occhi sul promettente Bo Gentry ma, mentre Gus opera con vecchi metodi per scrutare le sue abilità, i metodi moderni si basano sui numeri che, attraverso un programma informatico di rielaborazione dati, forniscono previsioni sulle probabilità di successo o meno. Gus, invece, da vecchio lupo preferisce basarsi sul suo istinto ma la progressiva perdita della vista rappresenta un deterrente con cui deve confrontarsi.
Per calarsi nei panni di Gus, Clint Eastwood ha incontrato diversi talent scout per capire i pro e i contro del loro lavoro. Nelle loro mani, i talent scout hanno spesso il destino di giovani adolescenti le cui vite saranno travolte dai soldi e dal successo. Per questo motivo, devono prima di tutto comportarsi da psicologi parlando con le famiglie, chiacchierando con i vicini di casa per capire chi hanno di fronte e assicurandosi che i giovani siano in grado di gestire i cambiamenti di abitudini a cui andranno incontro.
Note
In questa vicenda di riscatto al crepuscolo, nel quale un anziano talent scout di baseball riesce a passare la propria vocazione e vita alla figlia avvocato, c’è davvero buona parte del cinema di Eastwood ma come proiettato al di fuori dell’alveo del gesto filmico del regista e produttore di Gli spietati. La sceneggiatura di Randy Brown, infatti, si presenta con un eccesso di simbolismo e una serie di discutibili scorciatoie narrative, di cui non si ha eguali nel resto della filmografia eastwoodiana. Cose che altrove sarebbero state eliminate al montaggio. Eppure in Di nuovo in gioco ci sono ed Eastwood le abita con immensa tranquillità. Come se a partire dalla propria poetica, ridotta a mero canovaccio, Clint avesse voluto riscoprire il piacere del mero lavoro d’attore pur restando in un territorio familiare.
Trailer
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Commenti (17) vedi tutti
Clint è un grande! Fino alla fine. Un grande attore, oltre a essere un regista fantastico. Andate a vedere il suo ultimo film: "Giurato numero 2”. Un capolavoro realizzato a 94 anni.
commento di NobreUn Clint minore vuole dire che comunque si rimane sopra la media di quello che si vede in giro.
leggi la recensione completa di tobanisAnche se questo film non brilla per originalità...Clint Eastwood va visto sempre. Grande Clint.
commento di OsmantusClint Eastwood aveva annunciato nel 2008 il suo ritiro dalle scene come attore in “Gran Torino”, per fortuna ha desistito e ci ha offerto altri ruoli formidabili fino allo splendido “Cry macho”.
leggi la recensione completa di claudio1959Valida commedia a sfondo sportivo; buon cast per il ritorno in scena di Eastwood, supportato da Amy Adams, prossima alla consacrazione ed un Timberlake che si fa rispettare; solo un picco drammatico poi scorre piacevole, specie se siete un poco appassionati del baseball “cinematografico” lieto fine, sia sportivo che sentimentale voto 7.5 ®©™
leggi la recensione completa di Utente rimosso (PeppeDeMaria1)Gran bel film. Clint ed Amy sopra le righe,ma anche J.T non male. Voto 7
commento di ILDIODELLERECENSIONIUn film emozionanate, dall'inizio alla fine. Forse una delle migliori interpretazioni di Clint Eastwood. La storia e' molto semplice, ma il regista punta tutto sul rapporto padre-figlia, un rapporto molto complicato, che la passione di entrambi per il baseball torna a riunire. voto 7,5
leggi la recensione completa di filmistaUn enorme, gigantesco, smisurato... cumulo di banalità. E scusate se è poco. C'è voluto parecchio per metterle assieme. 3 meno
commento di BradyCarino ma scontatissimo.
commento di corradopIl film vuole valorizzare il talento e l'esperienza, che resistono eroicamente alle ingiurie del tempo. Per riuscirci, però, si avvale di iperboli inverosimili.
commento di putrella6,5 voto
commento di paolofefeEastwood entra di nuovo in gioco in (quasi) tutti i sensi e con il lancio preciso della regia segna un altro home run! E gli spettatori tornano a casa contenti con una importante lezione di vita.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria Riccardellifilm piacevole, ma poco originale
leggi la recensione completa di Furetto60Eastwood, un nome, una garanzia!! Voto : 8/9
commento di Luxvix5Avercene di film a questo livello, irriducibile clint
commento di griseldaFilm scorrevole, di buona struttura narrativa e con ottimi attori (oltre a Clint, un grande John Goodman). Ruota tutto sul duro e difficile rapporto padre/figlia. Da vedere
commento di liganovVa bene il lieto fine…ma qui si supera qualsiasi realtà plausibile!film ininfluente di cui non se ne sentiva proprio il bisogno. Tuttavia rivedere Clint fa sempre un gran piacere.
commento di VAJONT