Regia di Peter Webber vedi scheda film
Pellicola che affronta un momento molto importante della Storia del ventesimo secolo, diretta da Peter Webber, regista che si attiene al “compitino”, che non si assume rischi significativi, insomma non ci si possono aspettare grosse rivelazioni o impennate.
Se non altro alcune decisioni paiono riuscite e nel complesso l’intreccio principale, con le varie componenti legate a giustizia ed onore, riesce quasi sempre a tener desta l’attenzione.
Agosto 1945, firmato l’armistizio, una delegazione statunitense guidata dal generale Douglas MacArthur (Tommy Lee Jones) si reca in Giappone per stabilire le responsabilità delle azioni belliche.
Tra i tanti uomini posti sotto osservazione, il caso più spinoso riguarda l’imperatore Hirohito, il generale Fellers (Matthew Fox) ha dieci giorni di tempo per eseguire le indagini, ma capire il suo reale coinvolgimento, nel bene e nel male, non è facile, tanto più se nel frattempo Fellers è impegnato anche nella ricerca di Aya (Eriko Hatsune), la donna che amava e della quale si son perse le tracce.
Parecchie implicazioni vivono nel film, Fellers si ritrova tra l’incudine ed il martello, tra la necessità di fare giustizia (stabilire le colpe), ma anche la tutela di quello che è l’interesse generale (condannare l’imperatore avrebbe reso incandescente quel che restava del Giappone), con in più un amore da cercare tra territori devastati dai bombardamenti.
La vicenda individuale si mescola così a quella collettiva, incontri importanti, dei quali si percepisce il peso, si alternano ad una ricerca personale, con innesti, non sempre delicati che scavano nei ricordi, più in generale questo rapporto non è descritto in profondità e diventa la parte più debole.
La visione complessiva delle cose invece è abbastanza aperta, anche se fanno capolino alcune spruzzate tipicamente americane (ma poteva andare peggio), soprattutto sono apprezzabili le scelte adoperate sul finale, con alcune tra le poche uscite dalle convenzioni (l’incontro tra Douglas MacArthur e l’imperatore Hirohito col primo che non rispetta le regole di “bon ton” richieste), poche parole ben spese su più fronti e didascalie finali che ci danno un report su quelle che furono le decisioni prese.
Ne deriva un film che avrebbe potuto essere più concreto e profondo, che nella forma non trova soluzioni di rilievo (a parte il finale e poco altro), ma che tutto sommato appare anche adeguato, almeno nella linea di sviluppo principale, con un grande attore qual è Tommy Lee Jones in versione sorniona, semmai Matthew Fox non sembra possedere le caratteristiche del protagonista sul quale gravano importanti responsabilità.
Decoroso.
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