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Volo 7500

Regia di Takashi Shimizu vedi scheda film

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La recensione su Volo 7500

di maghella
7 stelle

All'apparenza un film catastrofico, come se ne facevano negli anni '70-'80, in seguito si trasforma in un inquietante horror, ma in effetti il film vuole ed è qualcosa d'altro, di più profondo.

Il volo 7500 parte da Los Angeles direzione Tokio, un volo di oltre 10 ore.

Come da consueta tradizione di certi film ambientati in un unico ambiente claustrofobico, quale l'interno di un aereo, i primi minuti sono dedicati alla presentazione dei vari personaggi.

 

Le hostess, alcuni viaggiatori: una coppia in viaggio di nozze, una madre con una bambina, una ragazza dall'aspetto inquietante e molto dark, un uomo con una misteriosa cassetta che custodisce gelosamente, una giovane coppia in crisi che si lasceranno una volta tornati da Tokio, un ragazzo spregiudicato che non osserva le misure di sicurezza e tiene il cellulare acceso durante il decollo.

 

Il film prosegue ancora come da tradizione, mostrandoci la hostess innamorata del pilota, e altre piccole vicende personali degli altri protagonisti che servono a farci capire meglio le psicologie (molto semplici) di tutti. Vicende personali di una certa rilevanza o molto futili.

 

Improvvisamente durante il volo una forte perturbazione procura una decompressione del veicolo, e per alcuni momenti manca l'ossigeno nell'aereo. Panico per tutti, ma poi finalmente dopo tanta paura tutto torna normale, tranne per un passeggero (l'uomo con la cassetta misteriosa) che inizia a sentirsi male. Subito la hostess prova a soccorrerlo, con lei anche lo sposino e il ragazzo della coppia in crisi che è un paramedico. Tutto inutile, l'uomo muore apparentemente per arresto cardiaco, ma in verità i sintomi manifestati sono inquietanti e poco hanno a che fare con un “banale” infarto.

Non potendo fare soste, il comandate decide di far evacuare la prima classe e di sistemare lì il cadavere.

 

Da questo momento il film diventa un horror a tutti gli effetti.

Strane apparizioni, una presenza malefica si manifesta ai viaggiatori che uno a uno cominciano a sparire.

I superstiti vogliono capire cosa sta accadendo e collegano il tutto con la morte del misterioso uomo. Intanto però nasce in ognuno la consapevolezza del valore dato fino a quel momento al proprio tempo, ai momenti importanti della vita e quelli che si sono lasciati scivolare via per lasciare il posto a cose inutili, privi di sostanza e forse nemmeno desiderati.

Perché continuare a stare con uomini o donne anche se non si amano più? Perché frequentare posti e persone anche se non si trovano interessanti? perché affrontare una vita poco soddisfacente solo perché è quello che gli altri si aspettano da noi?

 

Se si vivesse sempre sapendo che è l'ultimo giorno della nostra vita, non se ne sprecherebbe nemmeno un minuto”, questo è il vero messaggio del film e della storia. Non si sprecherebbe tempo a litigare, a fare cose che non reputiamo realmente importanti, non ci vergogneremmo di desiderare cose apparentemente semplici per paura di sembrare “troppo semplici” agli occhi degli altri, ci si concentrerebbe solo sulle cose che ci farebbero stare bene, non preoccupandoci di chi, cosa o quando.

 

Qual'è l'ultimo pensiero prima di morire? Io sto pensando da ore al primo bacio che diedi al mio primo ragazzo, mi tremavano talmente le gambe che dovetti aggrapparmi a lui per non cadere... Ho sempre sperato di provare quella sensazione con il mio fidanzato”.

 

Un film che inquieta, con delle buone trovate sceniche che fanno accapponare la pelle per qualche attimo, apparentemente scontato come genere, ma che invita ad una riflessione più profonda: dare più valore al proprio tempo.

 

Note Personali:

Consigliatomi da un amico che mi conosce bene... e ci ha visto giusto anche a questo giro.

 

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