Regia di Elio Piccon vedi scheda film
San Nicandro Garganico (Foggia). Una donna vive sola con la figlia malata; a causa proprio della malattia della bambina, i compaesani se ne tengono alla larga. A nulla servono le frequenti preghiere e visite presso vari santuari da parte della madre.
Neppure dodici minuti di tragico verismo: Non la toccate è infettiva (scritto così nei titoli di testa) è un cortometraggio 'in odore di documentario' firmato da Elio Piccon, ispirato - pare - a un fatto realmente accaduto. Autore controverso, inviso alla censura, Piccon diresse parecchi corti e anche qualche lungometraggio fra gli anni Cinquanta e i Settanta, toccando l'apice artistico della sua produzione con L'antimiracolo (1965), un film talmente crudo e polemico nei confronti del cosiddetto boom economico che nel decennio precedente aveva investito il Belpaese, da meritarsi un rapido occultamento e un'altrettanto sbrigativa scomparsa. La storia di Non la toccate è infettiva ci riporta nell'entroterra di un sud Italia ignorante, superstizioso, antico, nei cui piccoli sobborghi le persone hanno standardi di vita ben lontani da quelli dell'idea coeva di civiltà. Il film è comunque recitato, per quanto gli interpreti siano evidentemente presi 'dalla strada'; il doppiaggio (tutto in dialetto di Foggia) appare finto, posticcio. Piccon si occupa anche della fotografia, musiche di Sandro Brugnolini; in apertura una didascalia con citazione di Pavese che qui assume un forte valore polemico: "La fantasia è infinitamente più povera della realtà". 6/10.
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