Regia di Charles Crichton vedi scheda film
Una rapina apre il film. A compierla sono un malvivente, George, la sua donna Wanda, quello che lei spaccia per fratello ma che in realtà è l’amante, Otto, e un balbuziente che alleva pesci. Finisce male, il capo finisce in gattabuia, Wanda e Otto cercano di mettere mano al bottino, nascosto prima in un garage poi in altri posti, quindi tentano di incastrare il capo con l’aiuto involontario dell’avvocato di questi, il rispettabilissimo Archie, il quale s’innamora di Wanda… Alla fine ognuno cerca di fregare l’altro. Morale della storia: vatti a fidare di quelli che si professano amici. Insomma, una commedia scoppiettante ed effervescente diretta da quella vecchia volpe di Charles Crichton in ambiente very british. Scritta in modo veloce e scanzonato, senza ricorrere ad inutili fronzoli e calibrando alla perfezione i centosette minuti che lo compongono, questo straordinario ballo di ladri si rivela un tripudio brillante di humor e discreta azione (puro stile anglosassone), una macchina narrativa che va in porto con sublime divertimento. La fotografia ha le tinte un acquerello londinese spento eppure vivo. Il terzetto dei protagonisti si rivela entusiasmante, da un enorme John Cleese abitudinario principe del foro e ad una sexy e pimpante Jamie Lee Curtis nelle elettriche vesti di Wanda, fino al tremendamente spassoso Kevin Kline, meritato Oscar come miglior non protagonista, nella parte di Otto, l’amante che attizza Wanda sfoderando lo spagnolo (da non perdere le scene con i due che fanno l’amore in lingua iberica) ed ha un’avversione illimitata nei confronti degli inglesi i quali si diverte a derubare. Ma anche Michael Palin, balbuziente servo del capo, non è da meno. Un film grandiosamente da ridere, gustoso e imprevedibile.
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