Regia di Kim Ji-woon vedi scheda film
Prima avventura per Kim Ji-woon in terra americana ed anche ritorno al cinema da protagonista per Arnold Schwarzenegger dopo l’esperienza come governatore della California; due ingredienti forti per una pellicola senza grosse velleità, ma che all’interno dell’universo “action” riesce a farsi valere per più di un valido motivo.
Dopo essere evaso, il narcotrafficante Cortez (Eduardo Noriega), viaggia sparato verso il Messico, mentre i suoi uomini gli fanno da scudo dall’Fbi aprendogli la strada.
Per arrivare alla meta deve passare per un piccolo paesino chiamato Sommerton Junction dove presta servizio l’esperto sceriffo Ray Owens (Arnold Schwarzenegger) che con i suoi (pochi) uomini è chiamato ad essere l’ultimo baluardo della giustizia.
Il cinema d’azione è da anni parecchio inflazionato, anche per questo motivo si accoglie con piacere “The last stand” che (ri)propone un canovaccio standard con alcuni difetti strutturali (difficile, se non impossibile credere a tutto), ma lo innerva grazie ad un regista (Kim Ji-woon) proveniente da un’altra cultura che porta un contributo tangibile.
Scattante, un po’ retrò (dalla vecchia scuola c’è sempre qualcosa di buono da pescare), con qualche punta di autoironia (destinata ovviamente al personaggio di Arnold Schwarzenegger), un pizzico di sadismo per alcune uccisioni (sia per le modalità che per come erano stati presentati alcuni personaggi, vedasi il poliziotto che sogna una carriera a Los Angeles) ed una rappresentazione che quando può uscire dal classico binario fa fuoco e fiamme.
E’ questo il caso dello scontro mirabolante a Sommerton Junction, una sparatoria in salsa western, con i cavalli che stanno sotto i cofani, tante belle idee che coniugano con agilità registri differenti (la durezza del duello, il sangue ed alcune incursioni leggere).
Ma anche quando si viaggia a tutta velocità è comunque un esemplare migliore di film ben più apprezzati (vedi la netta maggioranza dei vari “Fast and furious”) con anche altre scene ottimamente proposte (vedasi l’inseguimento nel campo di granturco, visivamente molto bella).
Ricco il cast messo insieme; protagonista assoluto Arnold Schwarzenegger che se la suona e se la canta (ed il suo personaggio durante la battaglia, quando gli chiedono come si sente non può che rispondere “vecchio”), il villain interpretato da Eduardo Noriega non brilla, ma sul versante cattivi trova man forte in Peter Stormare ormai abbonato a questo tipo di ruoli (che maneggia con assoluta nonchalance), più altri comprimari più (il “pazzo” Johnny Knoxville e il sornione Luis Guzman) o meno (Rodrigo Santoro e Jaimie Alexander non fanno faville, ma stanno comunque al gioco) abili e un Forest Whitaker convenzionale, ma comunque valido (nel suo piccolo e molto meglio che altri suoi pessimi film recenti).
Un film trasversalmente spassoso, pensato in piccolo e poco apprezzato (incassi modesti), ma più valido di tanti altri epigoni action ben più strombazzati
Vivace e ritmato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta