La recensione su The Last Stand - L'ultima sfida

di GIMON 82

8 stelle

Dopo averci lasciato col fiele nell'intestino in inseguimenti autodistruttivi e torturanti tra un poliziotto e un sadico serial-killer,Kim Jee Woon sbarca ad Hollywood,nella mecca del cinema il regista coreano ci immerge nella cinefilia "tamarra" dell'action movie anni 80.Si ritorna al muscolo da "nervo scoperto" dove l'icona Schwarzenegger dismessi i panni di governatore indossa quelli da sceriffo di un assonnato centro di provincia.L'America provinciale carica di stilema tanto retorico quanto casereccio e godibile.E' indubbio che la fatica hollywoodiana di Jee Woon sia il prodotto confezionato su commissione,di pura matrice commerciale,che affidandosi alle convezioni di cinema d'"entertaiment" centra il bersaglio.La mano della regia non ha il tocco esistenziale e doloroso dei precedenti "Bittersweet Life" o "J saw the Devil",il regista orientale allontanandosi dalla madre patria perde un po l'identita' nazionale e sopratutto l'originalita' e il marchio di fabbrica.

Siamo lontani dall'autorialita' dall'occhio a mandorla,di quelle potenti nell'estetica o nichilismo,il Kim Jee Woon "a stelle e strisce" non è introspezione ed esplosione violenta,è un "mestierante" che fa il suo,riciclando un genere accantonato da tempo, rinvigorendo il fasto i una volta."The last Stand" offre una gamma di pezzi avventurosi e "massicci" fluttuandi nel cinema d'action da era "reaganiana",una sonnachiosa provincia Yankee stravolta dall'arrivo di un evaso,un pericoloso narcotrafficante in stile "fast e Furios" o piu' sublimamente "Drive".Schwarzy è ormai totem iconografico,nella figura da "maciste" odierno contro il villain di turno.Poi c'e l'immancabile F.B.I di "Los angeles" tutta imbellettata e improfumata,colletti bianchi dell'ordine pubblico capeggiati dall'impeccabile e retorico commissario Forest Whitaker.Adrenalina,ritmo e azione pura,impregnata da tantissimo humor,contrassegnato da nonnine Killer,o panzuti sceriffi in stile Sancho Panza.(Luis Guzman)."The Last stand" contiene tutto il corollario retorico,stereotipato del cinema da "pop corn",pero' è innegabile che sia coinvolgente e piacione.Un operazione di marketing perfetta,dall'equilibrio intelligente e "tamarro" bissata di luoghi comuni del ventennio precedente.

Il Kim Jee Woon in "vacanza premio" sforna un risultato convincente,un action pieno zeppo di azione,sparatorie "fibrilliniche" e tanto per non smentire le origini da "pampleth" coreano, il sangue sbrizza a fiotti.Da considerare una sceneggiatura un po flebile,ma chi si accomoda a vedere "The Last Stand" non vuole la filosofia o lo sforzo intellettuale,vuole divertirsi,e il film svolge benissimo la funzione di "energetico" cinefilo.Poi come non ci si puo' soffermare a vedere uno Schwarzy "restaurato" e rimesso in sesto,di certo anziana statua da culturismo cinematografico,ma cosi' "tenero" e duro,un arzillo sceriffo da centro desolato,una sorta di sindaco del villaggio che difende il bene comune.Fa tenerezza e piacere rivedere un mito del cinema "d'infanzia" un po imbolsito e "rugato",ma sempre "Massiccio e incazzato" quando lo si vuole."The last Stand" vive sopratutto della luce "antica" di un "Mister Olimpia" passato,un eroe di carta,nel fumettone di un regista talentuoso,che qui si diverte,offrendoci un piatto gia' visto e trivisto,che è come il buon vino "invecchiando migliora"....alla faccia di tanti blockbuster computerizzati,viva "l'azione vera" ,quella sul campo,tamarra e senza eleganza,ma tremendamente originale e piaciona......

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